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giovedì 31 ottobre 2013

GALLIATE – ESSEN ANDATA E RITORNO


Prendi 8 appassionati giocatori di board games, dividili in due equipaggi e dagli uno scopo: la Fiera di Essen!
I primi 4, soprannominati i “Comodini”, partono con calma il venerdì mattina, arrivano ad Essen ed alloggiano in un albergo (con tanto di SPA!); il mattino successivo si godono la fiera e la sera, al ritorno in albergo, si concedono il lusso di giocare a qualche nuovo acquisto; ripartono alla volta dell’Italia, ben riposati, la domenica mattina.
Il secondo gruppo, gli “Zombies”, partono il venerdì sera, guidano in notturna per oltre 10 ore ed arrivano a destinazione il sabato mattina; si sparano 12 ore di fiera e ripartono la sera stessa per essere di nuovo in patria alle 05:00 di domenica mattina!
Chi avrà fatto la scelta migliore!?
Come avranno vissuto la loro prima Essen!?
La Mecca del gioco in scatola li avrà soddisfatti appieno?!
Scopriamolo leggendo le impressioni, i consigli e le emozioni raccontateci dai fortunati (ed invidiati!) membri della Ludoteca Galliatese che hanno partecipato a questa avventura!

Gli 8 temerari della Ludoteca Galliatese: PJ, Nylo, Gio, Teo, Riky, Lollo, Fabio, Commi.


Commi (Comodino):                         
Per me è stata un'esperienza totalmente positiva, ma devo riconoscere che in questa riuscita, Essen in sé ha contribuito al 50%. L'altro 50% lo hanno fatto gli altri, gli amici che mi hanno accompagnato. Il viaggio è lungo ma passa piacevolmente se per 11 ore non fai che sparare cazzate, parlare di film, musica o disquisizioni metafisiche sulla logica dei viaggi temporali. Lo dico però da non-guidatore, quindi chi ha guidato potrebbe obiettare che ho una visione troppo rosea della cosa. Insomma, io l'ho vissuta molto come mini-vacanzina.
E poi c'è la fiera di Essen: un enorme paese dei balocchi dove la priorità sembra quella di liberarsi di tutti quei fastidiosi contanti che gonfiano il portafoglio. Un altro importante freno alla mania d'acquisto compulsivo, oltre a quello economico (il mio commento alla fine, durante il conteggio spese, è stato: "ho speso così poco? Avrei potuto comprare qualche altro chilo di giochi!") è quello dello spazio disponibile del bagagliaio. Spesso infatti mi sono sorpreso a chiedermi: "ci starà pure questo o gli altri mi lasceranno giù per fare spazio?".
Osservando la mastodontica mole di scatole infine comprate, mi chiedo quanto ancora più grande sarebbe stata se non ci fossimo posti quegli interrogativi. Ció che mi ha lasciato una strana sensazione alla sera, è l'essermi reso conto di aver passato giorni e notti intensi a parlare di giochi, toccarli, comprarli, elencarli, sognarli ma...non aver fatto nemmeno una partita a qualcosa! Non è un rimpianto però: soprattutto se si fa un solo giorno, sarebbe davvero immorale sottrarre tempo all'esplorazione della fiera per dedicare una o due ore ad un gioco. Sono invece accettabili - sempre se si riesce a trovare posto - due o tre turni valutativi ad un gioco-novità sul quale si è indecisi. Nel complesso, posso dire che - a meno di non spendere cifre esorbitanti, riuscendo anche a riportare indietro l'ingombrante bottino - ad Essen non si va per risparmiare sui giochi. Questa è solo la scusa che propiniamo alle nostre coscienze sporche per giustificare un weekend di follie ludiche. Ad Essen si va per concedere un orgasmo alla nostra malattia, in compagnia di persone che ti capiscono e che ti aiutano a dare una giustificazione razionale ai tuoi acquisti dissennati.

Teo (Zombi):
Dicono che quando viaggi, non importa la metà, ma il tragitto. Nel nostro caso, mai frase si rivelò più vera.
Intanto come ci è venuta l'idea: dopo una serata di games e scemate, all'alba dell'1.30, salta fuori "Mamma mia". Iniziamo a giocare urlando "Mamma mia" con l'accento finto napoletano che contraddistingue i videogames Mario Bros, finchè il nostro cervello non è completamente perso. A quel punto, l'insensatezza prende il sopravvento: butto lì un "certo che ad Essen alla fine potremmo andare in auto dandoci i cambi così non paghiamo l'albergo".
Silenzio. Silenzio.
"Io ci sto" inizia Fabio.
Ricky aggiunge "Si fa".
Gio non ha tempo di parlare, perchè è già arruolato a forza nella macchina.
Il piano quindi è semplice: partenza ore 19.30 di venerdì, arrivo ad Essen per le 5 circa, pisolino in auto, fiera tutto sabato, sistemazione giochi in auto, ripartenza intorno alle 19, arrivo a casa per le 5 di domenica.
Ragazzi: ce l'abbiamo fatta!
Certo, tutto ciò che è avvenuto nell'auto non potrà mai essere rivelato; possiamo solo accennare a panini preparati con dell'ottimo crudo di Parma, di delirio alla crema con krapfen di mezzanotte, di un musical improvvisato sulle note di "Don't stop believing" (Glee edition), degli sfottò ricevuti dai 4 "Comodini" già spaparanzati nel loro hotel, di versioni a cappella delle più note sigle di serie TV, di arie tratte da opere liriche e della loro applicazione (volevamo che ci fermassero in dogana chiedendoci "Mi fornisce i suoi documenti?" e la risposta avrebbe dovuto essere "IL NOOOME MIOOOO NESSUUUUUN SAAAAPRAAAAAA'" arrivando fino al "Vincerò" della durata di 10 minuti).
La permanenza in fiera è stata sicuramente la ciliegina sulla torta, il mio obiettivo non era tanto giocare, ma guardare. Mi ero letto una cinquantina di regolamenti e mi ero preso appunti specifici su cosa avrei dovuto considerare durante i gameplay e l'ho fatto. Ma la cosa che mi è piaciuta di più è stata fermarmi tra i giochi per bambini (voglio fare una serie di consigli per i genitori) e tra quelli "underdog". Ho scoperto titoli che nessuno aveva preso in considerazione e dei quali ho strappato una Recensione+Intervista all'autore. Ho incontrato Goblin che son stato felicissimo mi abbiano riconosciuto. Ho fatto grandi chiacchierate con: Obert, Lanzavecchia, Berardi, Sacchi (e una toccata e fuga con Valtriani). Ho ritrovato l'amico Dimitri dalla vacanza in Grecia di quest'anno. Insomma, Essen è stata la scusa per incontrare persone GRAZIE ai giochi.
Se devo cambiare qualcosa? Allora, innanzitutto direi che la notte prima bisognerebbe comunque appoggiarsi in un albergo. Verso la fine della giornata di sabato stavo letteralmente crollando e ho dovuto rifiutare di giocare ad un titolo perchè non connettevo più. La seconda cosa è il progetto "Stoca". Visti i grandi nomi incrociati (Rosemberg, Friese, Bauza, Cardouat, Cramer, Chvatil...) vorrei creare dei mini filmati in cui arrivo super entusiasta con "There's one person who greets you!" e al loro "Who?" urlargli un "STOCAxxO!!!!!!" fortissimo e scappare.
Milioni di visualizzazioni già preventivate!

Lollo (Comodino):
Concordo in pieno con le considerazioni di Commi, il sabato è stata a detta di tutti la giornata più delirante ed affollata, diverse volte abbiamo inutilmente cercato un tavolo libero per provare i giochi che più ci interessavano ma alla fine ci siamo ridotti io e lui a tirare ossa in un giochino di abilità dimostrando la nostra totale mancanza di coordinazione...
Di sicuro un giorno solo non è abbastanza per soddisfare la voglia di giocare, alla fine ci si dedica alla dilapidazione del patrimonio faticosamente guadagnato come bambini impazziti in un negozio di dolciumi. Anche per questo la partita che abbiamo fatto il sabato sera in un hotel pescato a caso è stata per me il coronamento di una giornata incredibile, finalmente dopo tanta fatica poter veramente giocare! Fosse solo per questo CV avrà sempre un piccolo ma importante spazio nella libreria dei ricordi.:)
Considerazioni sparse : Concordia sembra davvero un giocone ma Mac Gerdts firma come mio figlio di 4 anni. Russian Railroads ha il miglior manuale mai letto, speriamo il gioco sia altrettanto bello. Gli zombeeples di A study in Emerald sono definitivi. Amerigo sembra davvero bello (Feld ti lovvo) ma la grafica è orrenda. Takenoko deluxe è incredbile ma ha rischiato di lasciare a Essen il nostro Giò aka Panza Teutonica. Alle superiori devono insegnare il tedesco, troppi giochi sbattuti in faccia a 3€-4€ lasciati sugli scaffali. Abbiamo abbastanza gioconi nuovi da provare per poter pianificare i prossimi 6 mesi e oltre.
Da guidatore (quasi) unico ringrazio i miei incredibili compagni di viaggio, diciamo la verità è davvero una mini-vacanza e se hai a fianco delle persone così qualunque viaggio diventa indimenticabile e non senti la fatica della guida.
Lo rifaresti? Subito, dove devo firmare?

Gio (Zombi):
Io non posso aggiungere molto altro di quanto già scritto dagli altri. L'unico consiglio che posso dare è di non fare come me ed arrivare in fiera con solo 2 lire da spendere. Ottima esperienza, ottima crew. L'anno prossimo io voglio ripetere!

Nylo (Comodino):
I miei compari, Zombi o Comodini che siano hanno già quasi detto tutto. Aggiungo un paio di cose...
Essen è la Mecca.
Da venerdì in avanti pregherò tre volte al dì in direzione dell'ingresso sud!
Gli stand di Essen sono irresistibili. Camminavamo in quattro e ad uno ad uno vedevo gente scomparire nelle direzioni più svariate, attratte da questo o da quel gioco. Anche a me è capitato di avere la mente annebbiata e sentire un istinto incontrollabile e di andare verso un certo gioco o stand perdendo di vista i miei compagni di viaggio. Consapevole che li avrei persi, forse per sempre. Ma come placare un così forte istinto?
I giochi a cinque euro al chilo, dovrebbero essere illegali.
Lollo ha un sesto senso allucinante. Dovrebbe cambiare nome da Lollosven a Lollosense. Lui SAPEVA che in quell'albergo giocavano. Lo percepiva. Neanche l'ostentata saccenza (o saccenteria) delle popolazioni locali potevano distoglierlo dall'entrare in quell'hotel e tirare fuori, tronfio, il suo pacco (di giochi). Voto 10 per il sesto senso.
Ultima istantanea di vita vissuta il tirar fuori i giochi dai sacchetti per metterli in posa per fare una bella fotografia.
Dopo averne tirati fuori decine, accorgersi che: A) sembravano non finire mai, B) B)non sarebbero mai entrati nel bagagliaio, C) non sarebbero mai entrati in casa perché nessuno di noi ha più spazio
...e ridere a crepapelle per i tre punti sopraelencati...
Un ultima nota di merito per i tedeschi e la loro celeberrima apertura mentale...
“Scusi, mi indica la strada per arrivare al Guinness?”
FAIV IURO!
“No, non ha capito, abbiamo già pagato, vorremmo sapere...”
FAIV IURO!
...

E con questo finale degno del film "Non ci resta che Piangere" ci diamo appuntamento al 16 ottobre 2014, data d'inizio della prossima edizione della Fiera di Essen! ;)

lunedì 21 ottobre 2013

GALLIATE FANTA COMICS and GAMES: l’opinione degli organizzatori!


A una settimana dalla fine della Prima edizione del GALLIATE FANTA COMICS and GAMES eccoci in grado di pubblicare una simpatica intervista TRIPLA realizzata ai giovani organizzatori del festival, Lorenzo, Federico e Marcello.
So che siete impazienti di sapere come è andata la manifestazione, rompiamo dunque gli indugi ed iniziamo subito con Lorenzo
                 

Come prima cosa vorrei chiederti come hai vissuto il tutto, ossia com’è andata dalla preparazione alla realizzazione?

L'organizzazione per un evento del genere non è per nulla semplice, bisogna avere sempre tutto sotto controllo, prendere contatto con la gente giusta, creare all'interno della manifestazione tante iniziative che possano essere apprezzate da più persone. Tutto è andato nel migliore dei modi e nonostante un po' di tensione nei giorni "pre-fiera" siamo riusciti a regalare ai tutti i nostri visitatori un evento magico, fantastico e divertente.

Cosa vi ha spinto a creare questo evento? E in quanto tempo lo avete preparato?

Abbiamo deciso di organizzare questo evento da semplici appassionati di fiere, di fumetti, di giochi. Un pomeriggio, quasi per scherzo, abbiamo detto "perché non facciamo una fiera qui a Galliate?"; qualche giorno dopo eravamo già operativi con un sacco d’idee in testa, alcune delle quali prenderanno vita nella prossima edizione. Bisogna comunque ringraziare Alberto Airoldi e tutta l’Associazione ‘79 senza i quali nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile.

Ovviamente vi sarete posti degli obiettivi durante la realizzazione, quali e quanti sono stati raggiunti?

L'unica cosa che volevamo fare era creare un evento realizzato da appassionati per appassionati, e questo è ciò che siamo riusciti a fare. L'affluenza è stata superiore rispetto alle nostre previsioni, questo ci ha resti soddisfatti dandoci la forza e la voglia di creare una seconda edizione che speriamo, possa essere ancora migliore.

Sei completamente soddisfatto del risultato o hai qualche rammarico?

Io personalmente mi ritengo soddisfatto. Certo, qualche piccolo problema organizzativo è sorto, ma tutto fa esperienza! Volevamo che la gente si divertisse e così è stato.
 
 
 

Tu invece Federico cosa pensi della riuscita dell’evento?

La riuscita dell'evento la giudico decisamente positiva. Abbiamo ottenuto un riscontro veramente buono, soprattutto la domenica, quando il cortile del Castello si è riempito di persone. Il clima era festoso e la gente si divertiva, questo era l'obbiettivo prefissato e direi che l'abbiamo centrato!
Le uniche note dolenti, dal mio punto di vista, sono dovute al fatto che i vari tornei di Magic e Warhammer non si sono svolti a causa della mancanza di partecipanti, e che il sabato sera, purtroppo, ad assistere allo spettacolo della Compagnia della Vergine non c'era moltissima gente. Tuttavia la replica del giorno dopo ha ottenuto un forte seguito. Per il resto è stato tutto splendido!

Cosa ti è piaciuto di più?

Sicuramente tutti gli standisti, gli autori e coloro che hanno partecipato con noi al Festival!
Persone squisite che ci hanno aiutato tantissimo nella riuscita dell'evento. Il Castello è stato tenuto benissimo da queste persone e non ci sono state assolutamente lamentele. La loro comprensione verso di noi è stata fantastica. Personalmente ringrazio anche Francesco Bignoli, Daniele Barbaglia e Matteo Castaldi che hanno rinunciato ad alcuni momenti di divertimento per aiutarci a realizzare tutto quanto. Grazie di cuore!

Marcello, parlaci di come hai vissuto tu la preparazione: è stata semplice o avete trovato più difficoltà di quanto pensavi? Avete mai pensato di gettare la spugna ed abbandonare il progetto?

Onestamente non è stato per nulla semplice. La burocrazia da gestire è sempre tanta; tra le richieste in comune e la gestione dei contratti con gli stand non è stato facile. Per fortuna con l’appoggio di persone con esperienza nell’organizzazione di eventi in castello siamo riusciti a gestire tutto senza intoppi finali, permettendo così la piena realizzazione dell’evento. Non nego che ad un certo punto avrei voluto uscire dall’organizzazione; dal mio punto di vista verso la fine di agosto eravamo troppo in ritardo per fare tutto visto che si presentavano parecchi ostacoli e l’evento era sempre più vicino. Poi per fortuna è andato tutto per il meglio.

Chiedo anche a te cosa ti è piaciuto di più della manifestazione?

Personalmente trovo che la parte organizzata in biblioteca dai ragazzi dell’Adelmo Avventure Magiche sia stata davvero straordinaria. Sono stati molto bravi nell’animazione e sono riusciti a costruire uno scenario davvero eccezionale, creando delle vere classi di una scuola di magia.
L’emozione della riuscita dell’evento e della fatica fatta fino ad esso sono state davvero la parte migliore per me. La piazzetta del castello piena mi ha lasciato senza parole.

Lo rifarete? Se si quando e con che modalità?

Lo ripresenteremo sicuramente, cercando di farlo in una stagione un po’ più calda, ma al momento non esiste ancora una data precisa per il prossimo evento anche se si spera di farlo nel 2014 ovviamente.  Per la prossima versione diciamo che le modalità sono da definire bene, sicuramente ci saranno delle aggiunte ma soprattutto dei miglioramenti perché il primo obiettivo sarà quello di correggere gli errori che si sono presentati in questa edizione.

Permettimi di concludere con un doveroso ringraziamento ad Alberto Airoldi, che ci ha aiutato in tutto e per tutto, soprattutto nelle parti burocratiche salvandoci da mille problemi con la sua esperienza. È stato molto paziente e disponibile ma soprattutto senza di lui non ci sarebbe stato il festival!

Grazie mille ragazzi per la disponibilità!
Personalmente non posso che confermare l’ottima riuscita della manifestazione e mi unisco al coro di quanti si augurano di vedere realizzata a breve una seconda edizione!
Forza allora, rimboccatevi le maniche e preparatevi a dispensare altre giornate di gioco e divertimento per gli amici del novarese!







 

carrellata finale di foto gentilmente fornite da MAIEMYPHOTO

venerdì 18 ottobre 2013

WBS GAMES, STORIA E FUTURO DELLA CASA EDITRICE DI "LEGEND, LA STORIA DELLA MILLE MIGLIA"


WBS, ovvero We Build Smiles. Un nome che è tutto un programma!
Oggi a Idee Ludiche parliamo con il General Manager di questa giovane casa editrice romana, Carlo Ammadeo, che ci spiega perchè WBS possa essere considerata “quella parte che è dentro ogni appassionato che sogna di realizzare un gioco”.


Ciao Carlo, raccontaci innanzitutto di te e del tuo rapporto con il mondo del gioco.

Ciao Max! Non avendo fratelli, il mio rapporto con i giochi in scatola è sempre stato un po’ complicato:  da piccolo mi destreggiavo tra la mia passione e la difficoltà di trovare dei partner di gioco tra i miei amici, che puntualmente non erano molto interessati (all’epoca l’attenzione dei miei coetanei si spartiva tra gli “Scacciapensieri” della Polistil, dei piccoli giochi elettronici a cristalli liquidi tascabili, e l’Atari 2600). Quelle rare volte che si riusciva a giocare a qualcosa,  le mamme venivano a recuperarli magari poco dopo il setup!

Poiché una delle mie caratteristiche personali è sempre stata quella di fare di necessità virtù, ho ben presto abbandonato i classici commerciali della MB (anche se tra questi preferivo comunque titoli di nicchia come Paris-Dakar, Turbo e Brivido ai più classici Allegro chirurgo, Forza 4 e Indovina chi)  e a 9 anni per Natale mi sono fatto regalare Knights of the Air e Grand Prix Circuit della Avalon Hill, Titoli pesantissimi (soprattutto il primo) per un bambino, ma che hanno determinato l’innamoramento  definitivo per il genere. Se dovevo giocare con degli amici selezionati, tanto valeva farlo bene! Ai primi titoli hanno fatto seguito in brevissimo tempo giochi del calibro di Tac Air, Air Superiority, VietNam, Thunder at Cassino, Blue Max, B17 e RAF che, gioia massima, mi permetteva di giocare anche se il mio compagno di giochi era impegnato!  

Come e quando nasce WBS Games?

Credo che WBS abbia avuto inizio molti anni prima della sua data di nascita amministrativa. A 10 anni volevo a tutti i costi Axis & Allies, ma i miei non me lo comprarono perché troppo complicato e costoso. Tornato a casa presi del cartone, ci disegnai sopra il mappamondo, ritagliai delle forme di aerei, navi e carri armati e mi costruii il personale Axis &Allies. WBS è quella parte che è dentro ogni appassionato, che sogna di realizzare un gioco o si “accontenta” di realizzare le proprie regole per il suo gioco preferito, migliorandolo e creandone, di fatto, uno nuovo. Quando ho perso il lavoro, un paio di anni fa, ho pensato che valesse la pena tirare fuori il meglio di sé, tra cui la parte creativa e l’autore di giochi in scatola che è in ognuno di noi appassionati: è così che a Maggio del 2012 è nata WBS Games.


Per presentarci come azienda sul panorama ludico, avevamo bisogno di un prodotto che delineasse le caratteristiche di WBS Games, più che del gioco in sé. Doveva essere un gioco spiccatamente Italiano e Made in Italy che spiccasse in qualità sia per la caratteristiche del gioco e delle meccaniche, sia per l’alto livello di realizzazione produttiva. Nulla è più italiano della 1000 Miglia. Una gara storica, epica, simbolo di quella eccellenza di cui è ricca l’Italia, eppure lontanissima dai soliti cliché pizza, mafia e mandolino tanto diffusi nell’immaginario internazionale. Così, ho deciso di rispolverare un vecchio progetto iniziato molti anni prima, una simulazione completa sulla “corsa più bella del mondo”, come amava chiamarla Enzo Ferrari. In Legend si racconta una storia mitica, fatta di piloti straordinari e auto straordinarie che si trovano ad affrontare le peggiori condizioni di guida mai sostenute in una gara: tortuose strade sterrate, condizioni meteo mutevoli, la notte, auto incontrollabili ma di una potenza incredibile, guasti meccanici ed imprevisti dietro ogni curva. Legend non è semplicemente un gioco di guida, è una simulazione: il giocatore ha il pieno controllo dell’auto perché non tira dadi per muoversi, ma sfrutta le caratteristiche di accelerazione e frenata della propria vettura, scelta tra i 19 modelli disponibili nella scatola di base, uno diverso dall’altro in termini di caratteristiche meccaniche. Se questo non fosse già sufficiente a distinguere Legend dagli altri titoli di corse automobilistiche, bisogna considerare che la gara è solo una delle componenti del gioco: probabilmente l’aspetto più importante è la gestione dell’auto in termini di efficienza meccanica. Si parte da Brescia con qualche sparuto ricambio (quelli che si riescono ad infilare in qualche modo in auto) e davanti a sé si hanno 1600km di gara a folle velocità lungo le stradine di campagna dell’Italia degli anni ‘20 e ’30. Trovare il compromesso tra l’elevata velocità imposta dalla gara e uno stile di guida impeccabile rappresenta la sfida nella sfida che questo gioco è riuscito a trasmettere tra i nostri tantissimi appassionati giocatori.

Alla scatola di base di Legend farà seguito una serie di espansioni per coprire gli anni dal 1934 al 1957 in cui oltre, a nuove auto e percorsi, verranno di volta in volta aggiunti i miglioramenti suggeriti di tutti i giocatori della serie. Credo che questa sia un’occasione unica per poter contribuire concretamente allo sviluppo di un gioco in scatola, ecco perché invitiamo sempre tutti a partecipare  al miglioramento del gioco, come se fosse il proprio gioco!

 
E WBS Models?

Come ho detto, Legend non è nato come un titolone da fatturato, ma più come un costosissimo biglietto da visita. Sono l’unico sponsor di questa avventura e per realizzare gli altri sogni nel cassetto è necessario poter accedere ad un nuovo budget da investire. Il modellismo è un’altra mia passione e l’apertura di una sezione Models all’interno del nostro sito ci permetterà di accedere a delle entrate più costanti che senza dubbio il solo Legend non è in grado di garantire. Abbiamo messo un secondo motore alla nostra macchina, decisamente affidabile, grazie alla partnership con i grandi brand del settore come Airfix, Dragon, Hasegawa, Italeri, Tamiya, Smer e Svezda e che sono convinto ci darà grandi soddisfazioni, mettendoci in grado di farci superare la fase di start-up, nonostante il momento storico tutt’altro che favorevole.

Come stai vivendo questa “avventura” tra fiere e manifestazioni? Cosa ti piace di più di questo mondo ludico?

Devo ammettere che faccio tantissima fatica a godermi l’avventura, nonostante le fantastiche esperienze e i magnifici incontri che faccio quasi quotidianamente e che, di fatto, hanno già cambiato la mia vita da ogni punto di vista. Siamo in tre a lavorare come gruppo base, ma di lavoro in WBS Games ce n’è almeno per 10 persone! Si dorme poco, si lavora anche per 12-15 ore al giorno e si vive con la costante sensazione che si guadagni molto meno di quello che si spenda in termini di economia generale e a volte tutto questo è estremamente frustrante. Ma quando sei quasi pronto a mollare tutto e darti per vinto arriva la telefonata o l’e-mail, o l’incontro in una fiera di quell’appassionato che magari ha volato per mezzo mondo per dirti quanto Legend sia entusiasmante per lui e quante ore di divertimento gli abbia regalato e che ti chiede con ansia quando uscirà la prossima espansione o il prossimo gioco. Questo è quello che conta e che mi piace di più in questo mondo ludico, che per il resto non è differente da qualsiasi altro business di produzione. E’ in quei momenti che capisci per cosa stai lavorando: costruire sorrisi, far divertire le persone. Ed è proprio in quei momenti che capisco che è anche quello che mi piace fare!

Non c’è nulla di meglio che svolgere un lavoro che ti soddisfa e ti assicuro che quello che fate in WBS è davvero notevole! ;)
Prima di salutarci ti chiedo un’ultima cosa, vuoi svelarci qualche progetto futuro e, perché no, un tuo sogno nel cassetto?

Se per sogno intendi i giochi, ne abbiamo una valanga e non vediamo l’ora di pubblicarli!
A Ludica Roma dal 29 Novembre al 1 Dicembre 2013 alla Nuova Fiera di Roma, presenteremo in anteprima il nostro nuovo progetto, un wargame a squadre che rivoluzionerà il genere. Saremo presenti con un demo giocabile, dato che il lancio del gioco avverrà a Play Modena 2014. Sempre in anteprima, presenteremo una piccola espansioncina di Legend, dedicata all’Action Game, che anticiperà la prima espansione al gioco di base prevista per la prima metà del 2014.
Nel futuro di WBS Games mi piacerebbe vedere tanti titoli pubblicati, delle collaborazioni importanti, soprattutto con il vario e frammentato mondo dei produttori italiani e la possibilità di crescere per poter lavorare insieme a tante persone accomunate dalla passione per i giochi in scatola e il modellismo.

Permettimi di concludere con un brevissimo ringraziamento a Ivan Venturi, pioniere e genio del panorama videoludico Italiano degli anni ’90 che con la sua Simulmondo non solo ha ispirato la realizzazione di Legend con il titolo 1000 Miglia, ma soprattutto grazie a quanto realizzato mi ha motivato a credere che anche in Italia è possibile realizzare qualche piccolo sogno, con impegno, sacrificio e orientamento al risultato.

Un saluto a tutti gli appassionati!

Novità assolutamente importanti in casa WBS!
Carlo, ti ringrazio per l’entusiasmo e la disponibilità con le quali hai risposto alle nostre domande e ti saluto caramente; invece per quanto riguarda voi, cari fans di WBS, un consiglio: non fatevi sfuggire queste succulente anteprime che promettono faville, a partire da questo wargame di nuova concezione, WE WERE BROTHERS...



 
 

venerdì 11 ottobre 2013

DA CLOWNS A FUN FARM, ECCO COME NASCONO I DIVERTENTI GIOCHI DI LUCA BELLINI


“Da sempre mi piace stare con la gente e divertirmi in modo semplice. Ho avuto la fortuna di crescere con un folto gruppo di amici con i quali ho condiviso questo modo di vivere allegro e scanzonato...”
Questo si legge sul profilo facebook di Luca Bellini, un brillante autore milanese che sta ottenendo i favori della critica e del pubblico grazie al suo ultimo gioco, Fun Farm, un divertentissimo e coloratissimo party game.
Conosciamolo meglio e facciamoci raccontare il segreto del successo dei suoi numerosi giochi…

Ciao Luca, andiamo con ordine, raccontaci un po’ di te ed in particolare di come e quando ti sei avvicinato al mondo dei giochi da tavolo.

Mi sono ritrovato nello mondo dei giochi in età “matura” e quasi per caso, quando con l’Associazione dei Barabba’s Clowns di cui faccio parte abbiamo deciso di provare a crearne uno da utilizzare come strumento di raccolta fondi per i nostri progetti di sostegno a distanza in Rwanda (chiedo il permesso per un secondo di promozione sociale: www.barabbas.it).
Da allora non sono più “uscito dal tunnel”: CLOWNS venne presentato all’ultima edizione di ModCon ma, ancor prima che prendesse forme definitive, hanno cominciato a frullarmi per la mente altre idee. Un anno dopo, a PLAY 2008, ho presentato BUIO (un gioco di intuito e bluff che ha poi vinto il Premio Carta Mundi come miglior gioco di carte al Concorso Premio Archimede 2012) ed il prototipo di HUNGA BUNGA (l’evoluzione dell’uomo …a colpi di clava).
Da allora tante idee, le prime soddisfazioni per l’interesse di qualche editore, il primo gioco pubblicato (JungleBrunch, realizzato con l’amico Luca Borsa) e così via sino ad oggi.
Ho scoperto la passione per il gioco ed il suo importante valore comunicativo e relazionale, a maggior ragione in una società come la nostra dove spesso ci si abbandona davanti alla televisione o ad una console. Il gioco in scatola e di società è uno strumento per riappropriarci del nostro tempo libero e per condividerlo con amici e famiglia.


Parlaci di FUN FARM, la tua ultima fatica!

È una delle mie creazioni a cui sono maggiormente affezionato anche se non si tratta di una “ultima fatica” perché in effetti è un gioco nato nel 2009 con il nome di Takkiappo. L’estetica allora era molto differente da quella attuale dato che al posto degli animali morbidosi si dovevano afferrare dei cilindri di legno colorati. Il gioco piacque subito a molti ed arrivò vicino alla pubblicazione già nella vecchia veste, ma forse mancava qualcosa che gli desse una marcata identità per farlo emergere fra i vari giochi di destrezza e colpo d’occhio già presenti sul mercato.
La svolta fu quando per caso vidi in un negozio di articoli sportivi delle palline da golf a forma di animale: ne comprai sei di differenti colori ed il gioco prese una nuova vita. Con questa nuova veste fece “innamorare” da subito Mario Sacchi e Matteo Panara di Post Scriptum che lo portarono in visione ai loro partner internazionali riscontrando lo stesso “sentimento”: il progetto è partito da subito in modo importante ed ora stiamo scalpitando per l’attesa del prodotto finito.

A breve ci sarà Essen, cosa ti aspetti da questa fiera?

Io personalmente ad Essen non ci sarò: lascio in “trincea” Post Scriptum.
Sia per me che per il mio editore la pubblicazione di FUN FARM è un passo molto importante: è stata realizzata una prima tiratura di 15.000 copie, praticamente già tutte destinate alle varie edizioni realizzate per Iello, Raven, Heidelberger, Swan Panasia e Lifestyle.
La speranza è che tutto proceda per il meglio e che la fiera sia l’occasione per nuovi contatti che completino la distribuzione in altri mercati ancora scoperti.


Luca con Mario Sacchi di Post Scriptum


Prima di aver incontrato case editrici pronte a pubblicare i tuoi giochi hai percorso la via dell’autoproduzione, cosa ti è rimasto di quell’esperienza?

Per me l’autoproduzione è stata una “palestra” molto importante che mi ha consentito di fare esperienza, di entrare in contatto diretto con i giocatori e di pormi in modo molto concreto di fronte ad alcuni aspetti inerenti alla producibilità di un gioco.
La soddisfazione di realizzare qualcosa, di proporlo e di trovare persone disposte a comprarlo è sicuramente molto gratificante ma dopo un po’ ho sentito il bisogno di andare oltre e di vedere se c’era qualcuno che riteneva le mie idee tanto valide da investirci sopra, degli editori appunto.

 Hai qualche nuovo progetto di cui vuoi parlarci?

I miei sono tendenzialmente giochi molto veloci, spesso strutturati attorno ad una semplice idea, stimolati magari da un’immagine o dal comportamento di una persona e così mi capita spesso di osservare qualcosa e di accorgermi che il cervello parte quasi in autonomia nel tentativo di crearne una trasposizione ludica. Ovviamente la maggior parte di queste “visioni ludiche” rimangono tali, ma fortunatamente di idee sviluppabili ne restano molte, probabilmente fin troppe …ma è più forte di me!

Un sogno nel cassetto?

Ludicamente parlando il sogno sarebbe proprio quello di avere più tempo per sviluppare le tante idee che mi passano per la testa.
Se oltre al sogno posso esprimere un desiderio, la mia speranza è di continuare a rimanere di quando in quando folgorato dalle scintille di genialità che mi capita di vedere nel lavoro di tanti mie colleghi autori: ci sono davvero delle grandi idee in questo mondo ed io ne rimango sempre colpito e stimolato.

Grazie Luca per la disponibilità, è davvero bello percepire dalle tue parole l’entusiasmo e la passione che ti contraddistinguono sia come Autore che come Persona… complimenti per gli ottimi risultati che stai ottenendo con Fun Farm ed in bocca al lupo per le tue molteplici “visioni ludiche” ancora in attesa di essere realizzate!

Molte grazie a te per l’opportunità di questa intervista.
Visto che hai iniziato citando una frase del mio profilo facebook, mi congedo facendo riferimento alla pagina “i giochi di Luca Bellini” dove scrissi, parafrasando De Coubertin: “l’importante non è partecipare, ma divertirsi”.

unSorriso,

Luca