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lunedì 31 marzo 2014

"MIO CARO MAX... SCUSA MA DEVO DIRE UNA COSETTA A PAOLO MORI, TORNO SUBITO!""



 
 
Mio caro Max,
ti ricordi, ormai quasi un anno fa? Che ci trovammo al Modena Play 2013? Bei tempi quelli eh? Che giocammo a Villa Paletti, che andasti a fare pacina con il Puzzillo?
In quell’occasione,  provai il nuovo gioco di Paolo Mori, fresco fresco d’uscita, in un momento che ero triste e solo a vagare per gli stand, e lo provai con il dimostratore in una veloce partita a due.. Terminai la partita pensando: “Sì dai, carino, leggiadro” e tornai a vagare da solo per i corridoi affollati della fiera.. Pensa, Max, quel gioco era Augustus, chi l’avrebbe mai detto eh? Che avrebbe fatto tutta questa strada, finalista allo Spiel des Jahres, vincitore del “Gioco dell’Anno” per il Lucca Comics & Games… Ma soprattutto lo Spiel des Jahres! 
Non è che pensassi che fosse brutto, è che semplicemente non ci avevo proprio pensato, avevo dato per scontato che un povero italiano non avrebbe mai potuto raggiungere le vette dell’ambito premio, e invece? Chissà Paolo com’era emozionato!
Ovviamente, annunciati i finalisti, fui costretto ad acquistarlo insieme agli altri due in gara, che dovevo fare la mia garetta personale. Ed effettivamente, Augustus sembrava proprio studiato per il premio! Riprende una meccanica rodatissima, la affianca a un design snello e intelligente, la gente ne parla nel bene e nel male, e in generale, devo dirlo, Augustus non scontenta nessuno.  Ma tu, Max, hai mai giocato ad Augustus? No?! Male, mi tocca spiegartelo.
 
Augustus sfrutta molti meccanismi del bingo, questo dovresti ormai averlo sentito dire: Ogni giocatore ha degli obbiettivi da completare, che ricordano le classiche “schedine” con i numeri, e ha a disposizione dei legionari, che fungono da “lenticchie”. Al posto dei numeri da pescare da un sacchetto, vengono pescati dei dischetti con dei simboli (“catapulta”, “scudo”, “stendardo”, etc.). Appena viene completata una schedina, si urla un qualsiasi verso gutturale che possa richiamare l’attenzione, da “Ave Cesare” a “Tombola” a “Piskalapuà!”, si ottengono eventuali poteri bonus, o tessere speciali per fare ulteriori punti, fino a che un giocatore completa 7 obbiettivi. Il giocatore che ha fatto più punti tramite le “schedine” e le tessere speciali, vince.
 
Anche la veste grafica, tanto criticata, sai che ti dico Max? A me piace. Ha un gusto un po’ retrò, da libro illustrato degli anni ’60, e poi la cosa che tutti bocciano perché poco funzionale, cioè le immagini sugli obbiettivi che in gran parte sono inutili.. beh, a me questa trovata piace. Mi vengono in mente le carte napoletane che mandano in confusione quelli che giocavano con le carte piacentine, e poi le carte toscane, e che cacchio è quella facciona del tre di bastoni?
 
Non lo so perché c’è quella faccia, ma che importa? È una ganzata! Viva la naivete grafica di Augustus.
Però ogni volta che ci gioco ho una vaga percezione di occasione mancata… Cosa c’è che non va? C’è una meccanica forte... molto forte... semplice, che forse potrebbe essere ancora più semplice.. applicabile ad altre ambientazioni, forse…
 
Caro Paolo Mori,
credo che qui ci si debba confrontare faccia a faccia. Perché qui si parla di RICCHEZZA. Vuoi diventare ricco, Paolo Mori? Io credo che si possa fare, toh, 30 e 70. Vabbè no dai, 40 e 60. No Paolo Mori, i 60 sono per me.
Ma non capisci Paolo Mori??
Ma il tuo Augustus può essere una macchina Macina soldi che nemmeno i “Coloni di Catan Star Trek”! oppure “Risk! Lord of the Rings”! “Monopoli Guerre Stellari”!
Mi sembra ovvio: la soluzione di riprendere la meccanica del Bingo con simboli al posto dei numeri e con l’elemento strategico ti dà delle potenzialità di merchandising inimmaginabili!
Ti darò una prova oggettiva delle mille potenzialità del tuo prodotto:
 
 
Ecco qua il primo prodotto della serie SUPER BINGO! Sconfiggi i mostri con i tuoi Power Rangers preferiti! Non ti convince l’ambientazione? Preferisci qualcosa di più moderno? Nessun problema:
 
 
Guarda, ci hanno pensato già a Hollywood a fare i dischetti! Lo so che conosci il mondo del gioco da tavolo brandizzati, hai già fatto Batman, i cattivi, gotham city... Ma qui stiamo parlando di portare in auge il bingo, il super bingo!
Paolo Mori, tu hai una gallina dalle uova d’oro che non t’immagini. Vorrei proporti: Tartarughe Ninja super bingo, Justice League super bingo, Il Signore degli Anelli super bingo, sailor moon super bingo, ben ten super bingo, Peppa Pig super bingo, Star Trek Super Bingo, Pokemon super bingo, Digimon super bingo, Star Wars super bingo, Il trono di spade super bingo, Barbie super bingo, Winx super bingo, Bratz super bingo, Transformers super bingo, J.I. Joe super bingo, He-man super bingo, Simpson super bingo, Spongebob super bingo, Adventure time super bingo, ognicosaperbambini super bingo, ognicosapernerd super bingo, ognicosapercasalinghe super bingo, Beautiful super bingo, Sentieri super bingo, ognicosapervecchiacci super bingo, calciatori super bingo,  videogiochi super bingo, Assassin’s Creed super bingo, call of duty super bingo, angry birds super bingo, lego super bingo, playmobil super bingo, ognitelefilm super bingo, Breaking Bad super bingo, Dawson’s Creek super bingo, Beverly Hills super bingo, poi anche gli omaggi-stecca agli altri giochi, Coloni di Catan super bingo, Bang! Super bingo, Carcassonne super bingo, Dominion super bingo, e poi anche i classici, quindi scacchi super bingo, dama super bingo, gioco dell’oca super bingo, e infine, Bingo super bingo.
 
Ma che te ne frega dello Spiel des Jahres, ma andiamo a fare i gestacci da fuori, a quelli dello Spiel des Jahres, ‘sti ignoranti. Andiamo a tirare i coppini a Bauza.
 
Mi auguro che tu possa cogliere questa enorme opportunità per riempire gli scaffali degli store del mondo con questa grandiosa idea che ti farà diventare ricco, ricco, ricco.
 
Pragmaticamente,
 
 
Benedetto

lunedì 24 marzo 2014

Blitz Design: però io preferivo BRODA


“certo che mi sono mosso spesso per voi eh,
per raggiungervi, sono andato a Roma,
a Firenze, e adesso qua a Pisa, eh, ‘na fatica!”
“… e allora te ne potevi sta’ a casa!”

 (Benedetto Degli Innocenti e Marco Valtriani)



Grazie ai buoni compari di BGDItalia, il prode sottoscritto ha preparato prototipi e bagagli per recarsi all’ultimo workshop/concorso organizzato per il Pisacon, nel weekend del 15-16 Marzo 2014.

Precisamente, l’evento indetto era un “Design Blitz”, una competizione amichevole fra aspiranti game designers per la realizzazione di un’idea di gioco, supportata da una “formazione in itinere” e dall’assistenza di Marco Valtriani, noto ai più per la realizzazione di Giuochi come “SuperFantasy” e il nuovissimo “Vudù”, e di Diego Cerreti, il pericolosissimo Puzzillo. Il tema di questo blitz era “tag team”, che significava che il gioco doveva essere ideato in coppia, proprio come gli 883.

La mattina è quindi iniziata con un’introduzione/lezione di Marco, nel quale ha posto alcuni paletti per l’ideazione del giochillo, ovvero la realizzazione di un gioco per famiglie che usasse i dadi come elemento “core”.

“Poi per l’ambientazione avete piena libertà, potete anche fare un gioco sul brodo, toh!”

Ed ecco subito al lavoro in compagnia di Alessandra Chiavaro, una designer di Roma che si è tuffata nel mondo ludico, a tentar di tirar fuori dal cappello qualche geniale idea da milioni di copie vendute.

Su consiglio di Marco, siamo partiti dall’esperienza di gioco che desideravamo offrire ai giocatori: di solito il giovane autore parte dalle meccaniche, o dall’ambientazione. Invece, partendo dall’esperienza, risulta più facile ricamare quello che gira attorno ai giocatori e alle dinamiche di gioco.

Alessandra ha proposto un gioco nel quale i giocatori sono privi di abilità, “fisicamente” impediti a compiere azioni, costretti a “evolversi” per riprendere possesso e controllo di tutto il corpo. Ecco, ma chi ha avuto questa idea di partire dall’esperienza di gioco?

Il tempo passa fra boccheggi, fogli scarabocchiati, tiri di dadi senza motivo, ed è un attimo che arriva la cena.

Lo staff ci ha portati in massa in un ristorante di tipici piatti pisani, che ci accompagnano fino al famosissimo brodo di giuggiole, quello che ti manda in.

Ed ecco che arriva in un batter d’occhi la seconda giornata del Blitz Design: il cielo è terso, il sole splende, fa caldo che sembra, toh, Maggio, e noi qui a chiuderci in una fiera di giochi buia e grigia.

Io e Alessandra ci opponiamo e trasciniamo le nostre catene, di quelle attaccate alle palle nere, verso il cortile, e lì continuiamo a fare brainstorming:

“quindi i giocatori sono inabili a inizio partita, e devono evolversi”

“Già, come degli organismi unicellulari”

“Già, come delle amebe”

“Già, di quelle che vivono nel..”

BRODO!”

Più o meno è andata così.

Ora non vi sto a raccontare la rava e la fava sulle meccaniche di gioco, che ve le spiega la mia collega Alessandra, ma il concetto è che secondo me un gioco sul BRODO non può che essere bellissimo, a prescindere.

Alla consegna della scheda di presentazione del gioco, tutti i gruppi di lavoro si sono riuniti per mostrare i progetti agli altri concorrenti: sono stati proposti giochi di narrativa, o dalle ambientazioni stravaganti, e alla fine di ogni presentazione, ogni partecipante ha votato in segreto il progetto preferito. Dopo attenta valutazione della giuria, Marco Valtriani si è espresso: “con una vittoria risicatissima, ci tocca dare la vittoria a brodo, però farei la presentazione della vittoria alle 3 e blablabla”

Ora, Marco Valtriani ha detto questa informazione un po’ in sordina. Mi ero girato verso Alessandra, e lei ha fatto un leggerissimo cenno con il capo, che io ho interpretato così: “Ottimo lavoro, ragazzo, ma lasciamo perdere i facili entusiasmi, questa è una guerra, non essere pappamolle”.

Ho annuito anch’io con sguardo reverente, e ho fatto il muso duro a Valtriani. Tsè!

Ecco, in verità Alessandra non aveva sentito il commento di Marco, e quindi ho passato un po’ di tempo a cercare di convincerla che avevamo vinto.

Devo dire che Pisacon non è stato solo Blitz Design e brodi vari: è stato molto piacevole poter chiacchierare con i ragazzi della Red Glove, confrontarsi con altri baldi esordienti, farsi qualche risata sotto l’effetto delle giuggiole, vedere giocatori che impazziscono durante una partita a Vudù, girare per Pisa la sera, cose così.

Quindi adesso, per poter ritrovare questa bella atmosfera, si dovrà andare tutti a Modena, a testa alta, per il Flash Design. E se qualcuno avrà da dirmi qualcosa, io potrò dire “AH! Ma tu sai con chi stai parlando? Con il co-autore di BRODO! AH!”
 
 
Benedetto
 
Il gruppo dei partecipanti al Design Blitz di Pisacon 2014
 
 
Un grazie a Benedetto per aver condiviso con simpatia la sua esperienza al Design Blitz,
ma soprattutto davvero COMPLIMENTI da tutto lo staff di Idee Ludiche per la meritata vittoria!
Alla fine chi la dura la vince, soprattutto se si hanno idee di qualità e la tenacia per portarle avanti! :)
Bravo Ben!
 
 
 
 
 

sabato 22 marzo 2014

PERCHE' MI PIACE... CAROLUS MAGNUS (6)



Nessuna recensione, niente meccaniche, niente voti, semplicemente prendo un gioco della mia collezione e vi spiego perché mi piace giocarlo!
Se la mia opinione sarà utile a qualcuno non lo so (ovviamente spero di si!) ma mi piace l’idea di raccontarvi il perché ed il percome un dato titolo mi affascina, senza giudicarlo o valutarlo, ma facendone emergere solo i lati, a mio parere, positivi.
Quindi buona lettura e… spazio ai commenti! J




di LEO COLOVINI
2-4 giocatori
45-60 minuti
Controllo territorio, piazzamento, maggioranze, mappa modulare, collaborazione (in 4 giocatori).

 
 
 
 
 
 
 


Mi piace perché:
 

> E’ pieno di cubetti di legno!
E siccome mi piacciono i giochi di piazzamento e maggioranze che solitamente ne sono ricchi, Carolus Magnus è di diritto uno dei miei preferiti :)
 

> Sebbene sia un astratto, l’ambientazione pensata per questo gioco mi affascina… non mi pesa affatto immedesimarmi in un erede di Carlo Magno che lotta per erigere castelli nei territori dell’Imperatore.
 

> Il contenuto della scatola è davvero pregevole: i materiali di gioco sono gradevoli alla vista ed al tatto, tutto legno e robusto cartoncino.
 

> Il lancio dei dadi per ripristinare la propria riserva di paladini (rappresentati dai cubetti colorati) “alleggerisce” un po’ il gioco, mettendo quel pizzico di alea che non guasta per le prime partite; ma con la variante che prevede di ripristinare la riserva pescando da “set” prestabiliti di cubetti prima di passare il turno, beh, la parte tattica del gioco raggiunge livelli davvero alti!
 

> La meccanica di gioco è molto elegante, costituita da semplici mosse che sottendono ad enormi possibilità tattico-strategiche. Bisogna essere in grado di valutare sia le proprie forze (attuali e future), che quelle dell’avversario, quali token numerati giocare, se piazzare i paladini nei territori o nelle corti e... nonostante tutto questo…
 

> … Durante la partita ci possono essere spettacolari rovesciamenti di fronte … chi è in vantaggio non può mai rilassarsi!

  
i pregevoli materiali di Carolus Magnus

Se vi ho incuriosito e volete provare CAROLUS MAGNUS vi aspetto ogni mercoledì alla Ludoteca Galliatese, dove potrete trovare anche molti altri titoli interessanti!

martedì 18 marzo 2014

UNA RASSICURANTE VERITA’


(parlando dei videogiochi) ”… più e più di questi giochi sono di alta qualità e sono evidentemente affascinanti, specialmente per i giovani, tanto che ci sono coloro che temono che presto elimineranno tutti gli altri giochi e avranno l’intero campo per sé.
MA DEVO DIRE CHE NON HO QUESTE PAURE.
Non credo neanche un po’ che i giochi di tavoliere siano in pericolo, certamente non i migliori. Ma il mio atteggiamento ha poco a che fare con la qualità.
SEMPLICEMENTE CREDO CHE FINO A QUANDO CI SARANNO TAVOLI E GENTE A CUI PIACE LA CONVIVIALITA’ DEL SEDERVISI ATTORNO, CI SARANNO GIOCHI DA GIOCARE SU QUEI TAVOLI”.
 

Alex Randolph

(1922-2004)


In quel di Firenze correva l’anno 1999 quando Alex Randolph pronunciò questa frase al termine della conferenza di apertura della settimana di studio promossa dal BOARD GAMES STUDIES.

Il testo completo lo si può fortunatamente trovare in giro per internet (per esempio qui) e personalmente ne consiglio caldamente la lettura; io l’ho letto come ultimo capitolo del libro “I giochi nel cassetto” di Leo Colovini (link più sotto, nella sezione "letture consigliate") e me ne sono innamorato!
L’ho riletto interamente più volte ed ogni volta il rammarico di non aver potuto conoscere un uomo straordinario come il maestro Alex Randolph cresceva sempre più…

Qui sopra ho riportato solo le ultime righe del discorso, quelle che mi hanno colpito maggiormente, soprattutto per la rassicurante serenità con la quale il maestro si dichiara sicuro che i giochi da tavolo non soccomberanno mai di fronte ai videogiochi… e la motivazione è incredibilmente semplice e sotto gli occhi di tutti: “fino a quando ci saranno tavoli e gente a cui piace la convivialità del sedervisi attorno, ci saranno giochi da giocare su quei tavoli”.

Ah, semplicemente meravigliosa!

Ed assolutamente veritiera, come lo è anche questa altra frase in cui descrive i giochi come: piccoli ordinati sistemi autonomi, apparentemente autosufficienti, in cui possiamo entrare o no, a nostro piacere, che non hanno il minimo scopo di utilità, ma hanno il potere, di quando in quando, di staccarci e di assorbirci forse più di qualsiasi altra cosa nella nostra vita”.

Eh già, qualcuno potrebbe obiettare che “ci sono, naturalmente, altre circostanze nella vita nelle quali proviamo momenti molto simili di estrema concentrazione e distacco da ciò che ci circonda. Quando, ad esempio, sentiamo un’improvvisa necessità di mettere qualcosa per iscritto, prima che abbia perso la sua freschezza, o ci sentiamo sul punto di risolvere un problema, o semplicemente quando siamo profondamente assorbiti nella lettura. Ma queste sono esperienze che viviamo da soli. Nei giochi da tavolo possiamo condividerle con gli altri”.
 
E questa è una differenza sostanziale direi!
 

Personalmente non sono contrario ai videogiochi, neppure li vedo come un “nemico” dei giochi in scatola, a mio parere anzi questi ultimi ed i giochi da tavolo possono tranquillamente coesistere, in fin dei conti il loro fine è comune, ossia far giocare le persone…
… ma resta il fatto che un gioco da tavolo lo preferirò sempre e comunque, proprio perché mi riconosco nella definizione di “tipo conviviale” e l’emozione che mi da il sedermi al tavolo gustandomi un esperienza di gioco con persone vere, che posso vedere, sentire e  toccare, spostando cubetti e pedine, lanciando dadi, respirando l’odore del cartoncino e del legno, sono sicuro, una consolle non me la potrà mai dare! ;)

giovedì 13 marzo 2014

PAX PORFIRIANA, ovvero: come ho imparato a bere Tequila, sputare per terra e urlare VIVA LA REVOLUCION !


Il mio bicchiere di Tequila è mezzo vuoto sul tavolo, mentre attendo l’ultimo dei partecipanti della riunione nella tabierna a Sonora.
Pascual ”Ivan” Orozco è nervoso di fronte a me, stringe tra le mani l’ultimo ciclostilo del “Quien Sabe?” il suo bollettino di insurrezione anarchica che è stato appena chiuso dalle truppe federali.
I suoi sogni di rivoluzione sono stati quasi spazzati via, non ultima gli è appena giunta la notizia che le milizie locali hanno sedato la rivolta degli indiani Yaqui a Chihuaha.
Il terzo degli hacendados seduti al tavolo è Boss “Max” Shephered, il sorriso appena accennato mi fa sospettare che non sia del tutto estraneo a quanto successo nella piantagione Yaqui e sono sicuro che il suo portafoglio sia ben pieno, visto il controllo che ha sui rifornimenti di armi a nord verso il confine dei Gringos.
Non mi preoccupo più di tanto, so bene che i suoi contatti con i Gringos si sono intensificati ma ho un paio di sorprese per lui che gli taglieranno le gambe, il popolo messicano non accetterà supinamente un intervento americano…
I ranchos e le miniere sono tornate a pieno regime, la depressione che è durata ben più del previsto mi ha lasciato sul lastrico ma sono riuscito a prosperare ugualmente e i miei contatti con gli esponenti leali a Porfiro Diaz sono più che mai attivi, non mi resta che aspettare il momento giusto e sono sicuro che i miei sforzi saranno ricompensati, d’altra parte la salute del Presidentissimo è sempre più cagionevole e non durerà ancora a lungo…
Improvvisamente la porta del bar viene spalancata con forza, un trafelato Fabjoski, il rivoluzionario russo che è stato una presenza fissa (ed ingombrante) degli ultimi anni si dirige verso di noi.
-          Le truppe hanno occupato il parlamento! E’ un colpo di stato militare! –
Mierda! I miei sogni di gloria sono sull’orlo del precipizio…
-          Non tutto è perduto, sono sicuro che Porfirio riuscirà a rimettere a posto le cose – interviene subito Orozco, in questo momento per lui anche El Presidente è una soluzione migliore dei militari.
Si sentono spari fuori dal locale, la situazione sta degenerando.
Orozco ha ragione, Porfirio ci ha sempre dimostrato che anche in momenti bui lui è sempre stato in grado di resistere e guidare il Messico in questi anni agitati.
-          Ma come, non lo sapete? Tre ore fa hanno sparato al Presidente! Porfirio è morto! – ci comunica Fabjoski con voce gelida.
A questo punto capisco perché Venusiano “Piero” Carrazco non si è fatto vedere alla riunione di stasera, il suo piano era già avviato e ci ha colto di sorpresa.
-          Miei cari hacendados, tutto è perduto. Parigi non deve essere male in questa stagione… - chiudo, sputando a terra il Weyman & Bros che stavo masticando da inizio serata.
 
 
  
Pax Porfiriana è questo e altro, una scatola di dimensioni minute che contiene al suo interno 220 carte, 75 cubetti, una manciata di dischetti e soprattutto una enorme simulazione dei tempi agitati che sono stati quelli messicani nel periodo del regime di Porfirio Diaz (1880-1910).
Sfugge alla normale classificazione eurogame/ameritrash e rappresenta per la Sierra Madre Games di Phil Eklund una versione moderna dei suoi giochi, o meglio simulazioni, riuscendo a condensare in un paio d’ore 30 anni di storia.
Per noi italiani l’ambientazione è abbastanza sconosciuta e potrebbe risultare non particolarmente affascinante, a meno di non essere cresciuti (come me…) a pane e mexican spaghetti western.
Un ulteriore ostacolo è dato dalla presenza massiccia di testo in inglese sulle carte e da un regolamento che pur non essendo particolarmente complicato come altri titoli della S.M.G. è comunque abbastanza spesso, in aiuto per chi volesse cimentarsi nell’esplorazione di questo gran bel titolo consiglio di leggere le livinghouse rules che aiutano molto e hanno chiarito alcuni aspetti che potevano creare confusione.
Detto questo a mio giudizio è un grandissimo gioco di carte, si può giocare fino a 6 (basta aggiungere un qualunque set di 15 cubi) e avere la voglia di lasciarsi trasportare in un Messico caotico e da tagliagole, astenersi pacifisti J
 
P.S. Per immergersi ancora di più nell’atmosfera consigliamo la visione di alcuni film : Sergio Leone (Giù la testa), Damiano Damiani (Quien Sabe?), Sergio Corbucci (Vamos a matar, compañeros). Aggiungiamo ai consigli anche la lettura del bellissimo ciclo sulla Rivoluzione Messicana scritti da Valerio Evangelisti : Il collare di fuoco e Il collare spezzato.
  
Ed ora il piatto forte! Tre domande rivolte direttamente all'Autore, Phil Eklund:
 
Buongiorno Phil, grazie della disponibilità e grazie (personalmente) per questo gran gioco che è Pax Porfiriana.
Mi è davvero piaciuto il mix che Pax Porfiriana è riuscito a creare tra tema e simulazione, ritengo sia un gioco che possa essere apprezzato anche da giocatori non avvezzi a giochi simulativi complicati.
 
1)    Sei soddisfatto di come è risultato il gioco? Le vendite stanno andando bene?
 
Si, molto soddisfatto, è praticamente sold out, mi rimangono solamente 75 copie.
 
2)    Pensi che il sistema di Pax possa essere applicato anche ad altre ambientazioni, se si hai già qualcosa in mente?
 
Si, mio figlio (Matt, che ha sviluppato Pax con Phil e Matt Jung) sta lavorando su PAX RENAISSANCE, il prossimo mese verrà a trovarmi per svilupparlo. Quindi è davvero una notizia fresca J Lunga vita al Doge! La grande differenza nelle città-stato del Rinascimento in Italia era che il Doge era una figura priva di potere, se lo confrontiamo con l’assoluta autocrazia che invece abbiamo in Pax Porfiriana.
 
3)    Ti sei trasferito dagli Stati Uniti alla Germania, hai trovato qualche differenza nella community dei “boardgamers” tra US e Europa?
 
La comunità Geek ha gli stessi attributi e interessi in tutto il mondo, solo che in Europa sono molto più cosmopoliti.
 
Grazie ancora per il tempo che ci hai concesso Phil e … Viva Mexico!
 
 
Lollosven

sabato 8 marzo 2014

BOARDGAMEPEDIA, LA PRIMA ENCICLOPEDIA ON-LINE DEDICATA AI GIOCHI DA TAVOLO!


BoardGamepedia: a prima vista potrebbe sembrare uno dei tanti siti che recensiscono giochi in scatola, nulla di nuovo sotto il sole verrebbe da dire…
beh, vi assicuro che non è così! :)
In realtà BoardGamepedia si rivela essere qualcosa di completamente diverso, è infatti un progetto “aperto” che punta ad essere la prima enciclopedia on-line dedicata interamente ai giochi in scatola, pensata soprattutto per il pubblico italiano, o almeno così la immagina il suo fondatore Mirko Di Lillo, che non ho esitato a contattare per farmi raccontare la sua storia e i motivi che lo hanno spinto a realizzare questo interessantissimo data base ludico!

Ecco cosa ci ha raccontato:

Mirko Di Lillo
Ciao Mirko, innanzitutto conosciamoci meglio, parlaci un po’ di te… di dove sei, cosa fai nella vita?

Ciao Max, sono Mirko di Lillo, 28 anni, di Maddaloni, o come la chiamo io Maddatown, provincia di Caserta. Nella vita mi occupo di web design e produzione di merchandising, al momento all'ennesima “riorganizzazione” lavorativa.

Come sei entrato nel mondo dei board games?

Il primo ricordo di un gioco che ho riguarda Risiko!, ricordo che da bambino rimanevo ore a guardare i miei con i loro amici giocare, incantato da tutti quei carrarmatini. Il mio primo vero contatto però è stato con Heroquest, grazie a dei ragazzi conosciuti in vacanza. Avrò avuto si e no una decina di anni e mi innamorai letteralmente di quel gioco, che anni dopo sono per fortuna riuscito a recuperare (lo conservo ancora molto gelosamente!) e che mi ritrovai poi a giocare con degli amici. Penso sia stata quella la scintilla che ha fatto scattare in me la passione per i boardgame. Da lì la voglia di andare oltre ed esplorare il mondo dei boardgame, dapprima con gli american e poi con i german e i wargame.

Da dove nasce l’esigenza di creare BoardGamepedia e a chi si rivolge prevalentemente questo progetto?

Ho creato BoardGamepedia per passione in primis, mentirei dicendo che non sono i boardgame la mia passione principale!
L'idea mi è scattata mentre cercavo informazioni riguardo ad uno dei miei prossimi acquisti. Cercando qua e là per la rete avevo trovato solo notizie discordanti, tra chi lo lodava e chi lo massacrava letteralmente, molte delle quali erano in inglese o tedesco. Il più delle volte accompagnate da voti numerici e barre di gradimento. Tutte cose che a me in quel preciso momento non interessavano. Cercavo soltanto semplici info sul gioco, come l'autore, la componentistica, le meccaniche e l'ambientazione.
Altre volte invece mi son trovato a cercare info sugli autori o sugli illustratori, più di una semplice bio con ludografia, capire le loro influenze, che approccio avevano al game design o alla scelta degli artwork, trovando poco o niente.
Un motto che mi ha sempre contraddistinto è “Se una cosa che cerchi non c'è, creala!”.

E così mi è nata l'idea di BoardGamepedia.
Una “enciclopedia” on-line sull'universo ludico, dai giochi agli illustratori fino ai portali di informazione ludica, per fornire una sorta di prontuario sia a chi si approccia per la prima volta al mondo dei boardgame sia ai giocatori più navigati.
Giocatori che sono alla base del progetto,
in quanto BoardGamepedia è un progetto aperto a collaborazioni e condivisione. Le voci dell'enciclopedia sono infatti inseribili dagli utenti del sito.
Basta registrarsi gratuitamente e si può iniziare ad aggiungere voci all'enciclopedia, rendendolo un progetto “comunitario”, aspetto del web che mi è sempre piaciuto.
La condivisione e la collaborazione sono alla base di tutto.
Un altro aspetto che poi avevo notato è che sono pochi i siti o portali di informazione ludica “funzionali” nell'interfaccia e fruibili anche a chi si approccia al web per le prime volte. Per non parlare della fruibilità sui dispositivi mobili. Questa è una “deformazione professionale”, essendomi occupato per anni di web design a livello lavorativo, cosa che mi ha agevolato nella creazione del sito facendomi preoccupare di tutti gli aspetti legati appunto alla fruibilità, leggibilità e mobilità.




Cos’ha di diverso per esempio da BoardGameGeek  piuttosto che da un altro data base sui giochi in scatola?

Innanzitutto la lingua. Sembrerebbe una cosa scontata, ma non è così. Per ora il mio target sono i gamer italiani. Credo che noi italiani come giocatori ci meritiamo un po' di coccole in più ogni tanto.
Poi come ti dicevo, il mio è
un sito dedicato all'informazione. Non ci sono classifiche, indici di gradimento, voti, numeretti, pollici o quant'altro.
Questo perchè a mio avviso, in un primo approccio informativo ad un gioco, trovare votazioni et similia, può sviare il giocatore. L'esperienza di gioco di chi ha votato quel gioco potrebbe essere obiettivissima, come potrebbe essere stata influenzata da una compagnia inadatta, una propensione per un genere diverso, o magari poche partite o un'errata interpretazione delle regole. O l'esatto opposto. Magari si esalta un gioco per poca conoscenza di altro, o per partite basate unicamente con lo stesso gruppo di gioco “adatto” a quel boardgame.
Sono troppi i fattori che possono influenzare un voto, e trovare come prima info un numero così influenzabile lo trovo molto fuorviante.
Altra cosa importante, la sezione Autori, Illustratori, così come quella dedicata agli Editori o all'Informazione ludica punta ad essere corposa e ricca di info, non brevi descrizioni e qualche link, ma una vera fonte di informazioni.


Quanto tempo dedichi quotidianamente a questo “ambizioso” progetto?

Al momento cerco di seguire il sito in diversi momenti della giornata, dedicandogli solitamente un'ora in media per ogni “sessione”. Questo tralasciando le sedute “notturne” in cui mi dedico alla programmazione di nuove funzionalità o alla ricerca e soluzione di bug, errori nel codice o al miglioramento dell'interfaccia.

Come sono i feedback che ricevi riguardo il sito? Percepisci più partecipazione o più indifferenza?

Per ora ho ricevuto molti complimenti e feedback positivi. Ce ne sono stati anche di “nulli” o negativi ma per fortuna sono ancora in bassa percentuale, segno che il progetto può crescere e crea interesse.
Molta collaborazione l'ho trovata poi da molti autori di giochi contattati per chiedere info biografiche da aggiungere alle loro “voci”. Qui ho trovato davvero tanta collaborazione e partecipazione.

Come immagini potrà essere in futuro BoardGamepedia?

Beh, spero sempre più ricca di contenuti e attivissima come progetto comunitario e con tante nuove funzionalità!

Concludiamo con un classico: progetti futuri e sogni nel cassetto?

Se te lo dicessi, poi dovrei ucciderti! :)
Scherzi e citazione a parte, al momento come ti dicevo sono in fase di “riorganizzazione” lavorativa, quindi sto cercando di spingere un po' più sul versante lavorativo.
Per i sogni più che un cassetto mi ci vorrebbe un armadio! Per ora però “tiro fuori” dal cassetto solo quello di poter vedere crescere BoardGamepedia tra gli appassionati di boardgame e renderla una comunità attiva e uno strumento valido e utile per tutti i giocatori.


Grazie Mirko per la disponibilità e complimenti per questo bella iniziativa!
Idee Ludiche non può che supportarti e sperare che Boardgamepedia si sviluppi e diventi davvero un punto di riferimento imprescindibile per tutti i gamers italiani!

A questo proposito è importante sottolineare che Mirko sta davvero facendo un lavorone per rendere i contenuti di BoardGamepedia fruibili il prima possibile, ma ovviamente un progetto di questo tipo richiede tempo e pazienza per essere realizzato in toto.

Per il suo carattere “comunitario” Boardgamepedia ha bisogno dell’aiuto di tutti noi amanti dei giochi in scatola per essere davvero utile, quindi non siate timidi e partecipate con entusiasmo alla crescita di questo progetto, in fondo basta registrarsi alla home page del sito e da subito potrete inserire schede ed articoli sui vostri giochi preferiti!  ;)

 

martedì 4 marzo 2014

PERCHE' MI PIACE... SENJI (5)


 
Nessuna recensione, niente meccaniche, niente voti, semplicemente prendo un gioco della mia collezione e vi spiego perché mi piace giocarlo!
Se la mia opinione sarà utile a qualcuno non lo so (ovviamente spero di si!) ma mi piace l’idea di raccontarvi il perché ed il percome un dato titolo mi affascina, senza giudicarlo o valutarlo, ma facendone emergere solo i lati, a mio parere, positivi.
Quindi buona lettura e… spazio ai commenti! J




SENJI (2008)
di BRUNO CATHALA e SERGE LAGET
3-6 giocatori
90-120 minuti
Scelta simultanea, collezione set di carte, bluff, controllo territorio, card drafting, diplomazia.

 









Mi piace perché:

 
> E’ un gioco che combina benissimo bluff, diplomazia e combattimento.

> L’ambientazione è molto ben amalgamata con le meccaniche di gioco.

> La scatola ha un ricchissimo contenuto: plancia e materiali di gioco sono gradevoli; le illustrazioni sono assolutamente affascinanti; le miniature dei samurai sono un po’ anonime, ma comunque ben realizzate.

> Il sistema di combattimento è molto particolare e ben studiato… maschera molto bene l’alea che si nasconde dietro il lancio dei dadi (con una buona pianificazione e le giuste carte Sostegno Militare anche un lancio apparentemente “sfortunato” può trasformarsi in un lancio vincente).

> Giocare il ruolo dell’Imperatore per decretare l’ordine di gioco non è affatto facile, calarsi in questa parte rende molto bene l’idea di cosa voglia dire prendere decisioni cruciali; una scelta errata e addio ai privilegi ottenuti!

> Il fatto di scambiare personaggi della propria famiglia sotto forma di ostaggio (che possono poi venir giustiziati se attacchi la famiglia “sbagliata”) è davvero indovinata. Non ditemi che non siete li ad aspettare di essere attaccati per poi giustiziare un parente del vostro avversario! Haha, è proprio una bella vendetta! J


Dettaglio delle miniature e vista d'insieme del ricco contenuto.
 

Se vi ho incuriosito e volete provare SENJI vi aspetto ogni mercoledì alla Ludoteca Galliatese, dove potrete trovare anche molti altri titoli interessanti!