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giovedì 13 marzo 2014

PAX PORFIRIANA, ovvero: come ho imparato a bere Tequila, sputare per terra e urlare VIVA LA REVOLUCION !


Il mio bicchiere di Tequila è mezzo vuoto sul tavolo, mentre attendo l’ultimo dei partecipanti della riunione nella tabierna a Sonora.
Pascual ”Ivan” Orozco è nervoso di fronte a me, stringe tra le mani l’ultimo ciclostilo del “Quien Sabe?” il suo bollettino di insurrezione anarchica che è stato appena chiuso dalle truppe federali.
I suoi sogni di rivoluzione sono stati quasi spazzati via, non ultima gli è appena giunta la notizia che le milizie locali hanno sedato la rivolta degli indiani Yaqui a Chihuaha.
Il terzo degli hacendados seduti al tavolo è Boss “Max” Shephered, il sorriso appena accennato mi fa sospettare che non sia del tutto estraneo a quanto successo nella piantagione Yaqui e sono sicuro che il suo portafoglio sia ben pieno, visto il controllo che ha sui rifornimenti di armi a nord verso il confine dei Gringos.
Non mi preoccupo più di tanto, so bene che i suoi contatti con i Gringos si sono intensificati ma ho un paio di sorprese per lui che gli taglieranno le gambe, il popolo messicano non accetterà supinamente un intervento americano…
I ranchos e le miniere sono tornate a pieno regime, la depressione che è durata ben più del previsto mi ha lasciato sul lastrico ma sono riuscito a prosperare ugualmente e i miei contatti con gli esponenti leali a Porfiro Diaz sono più che mai attivi, non mi resta che aspettare il momento giusto e sono sicuro che i miei sforzi saranno ricompensati, d’altra parte la salute del Presidentissimo è sempre più cagionevole e non durerà ancora a lungo…
Improvvisamente la porta del bar viene spalancata con forza, un trafelato Fabjoski, il rivoluzionario russo che è stato una presenza fissa (ed ingombrante) degli ultimi anni si dirige verso di noi.
-          Le truppe hanno occupato il parlamento! E’ un colpo di stato militare! –
Mierda! I miei sogni di gloria sono sull’orlo del precipizio…
-          Non tutto è perduto, sono sicuro che Porfirio riuscirà a rimettere a posto le cose – interviene subito Orozco, in questo momento per lui anche El Presidente è una soluzione migliore dei militari.
Si sentono spari fuori dal locale, la situazione sta degenerando.
Orozco ha ragione, Porfirio ci ha sempre dimostrato che anche in momenti bui lui è sempre stato in grado di resistere e guidare il Messico in questi anni agitati.
-          Ma come, non lo sapete? Tre ore fa hanno sparato al Presidente! Porfirio è morto! – ci comunica Fabjoski con voce gelida.
A questo punto capisco perché Venusiano “Piero” Carrazco non si è fatto vedere alla riunione di stasera, il suo piano era già avviato e ci ha colto di sorpresa.
-          Miei cari hacendados, tutto è perduto. Parigi non deve essere male in questa stagione… - chiudo, sputando a terra il Weyman & Bros che stavo masticando da inizio serata.
 
 
  
Pax Porfiriana è questo e altro, una scatola di dimensioni minute che contiene al suo interno 220 carte, 75 cubetti, una manciata di dischetti e soprattutto una enorme simulazione dei tempi agitati che sono stati quelli messicani nel periodo del regime di Porfirio Diaz (1880-1910).
Sfugge alla normale classificazione eurogame/ameritrash e rappresenta per la Sierra Madre Games di Phil Eklund una versione moderna dei suoi giochi, o meglio simulazioni, riuscendo a condensare in un paio d’ore 30 anni di storia.
Per noi italiani l’ambientazione è abbastanza sconosciuta e potrebbe risultare non particolarmente affascinante, a meno di non essere cresciuti (come me…) a pane e mexican spaghetti western.
Un ulteriore ostacolo è dato dalla presenza massiccia di testo in inglese sulle carte e da un regolamento che pur non essendo particolarmente complicato come altri titoli della S.M.G. è comunque abbastanza spesso, in aiuto per chi volesse cimentarsi nell’esplorazione di questo gran bel titolo consiglio di leggere le livinghouse rules che aiutano molto e hanno chiarito alcuni aspetti che potevano creare confusione.
Detto questo a mio giudizio è un grandissimo gioco di carte, si può giocare fino a 6 (basta aggiungere un qualunque set di 15 cubi) e avere la voglia di lasciarsi trasportare in un Messico caotico e da tagliagole, astenersi pacifisti J
 
P.S. Per immergersi ancora di più nell’atmosfera consigliamo la visione di alcuni film : Sergio Leone (Giù la testa), Damiano Damiani (Quien Sabe?), Sergio Corbucci (Vamos a matar, compañeros). Aggiungiamo ai consigli anche la lettura del bellissimo ciclo sulla Rivoluzione Messicana scritti da Valerio Evangelisti : Il collare di fuoco e Il collare spezzato.
  
Ed ora il piatto forte! Tre domande rivolte direttamente all'Autore, Phil Eklund:
 
Buongiorno Phil, grazie della disponibilità e grazie (personalmente) per questo gran gioco che è Pax Porfiriana.
Mi è davvero piaciuto il mix che Pax Porfiriana è riuscito a creare tra tema e simulazione, ritengo sia un gioco che possa essere apprezzato anche da giocatori non avvezzi a giochi simulativi complicati.
 
1)    Sei soddisfatto di come è risultato il gioco? Le vendite stanno andando bene?
 
Si, molto soddisfatto, è praticamente sold out, mi rimangono solamente 75 copie.
 
2)    Pensi che il sistema di Pax possa essere applicato anche ad altre ambientazioni, se si hai già qualcosa in mente?
 
Si, mio figlio (Matt, che ha sviluppato Pax con Phil e Matt Jung) sta lavorando su PAX RENAISSANCE, il prossimo mese verrà a trovarmi per svilupparlo. Quindi è davvero una notizia fresca J Lunga vita al Doge! La grande differenza nelle città-stato del Rinascimento in Italia era che il Doge era una figura priva di potere, se lo confrontiamo con l’assoluta autocrazia che invece abbiamo in Pax Porfiriana.
 
3)    Ti sei trasferito dagli Stati Uniti alla Germania, hai trovato qualche differenza nella community dei “boardgamers” tra US e Europa?
 
La comunità Geek ha gli stessi attributi e interessi in tutto il mondo, solo che in Europa sono molto più cosmopoliti.
 
Grazie ancora per il tempo che ci hai concesso Phil e … Viva Mexico!
 
 
Lollosven

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