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martedì 18 marzo 2014

UNA RASSICURANTE VERITA’


(parlando dei videogiochi) ”… più e più di questi giochi sono di alta qualità e sono evidentemente affascinanti, specialmente per i giovani, tanto che ci sono coloro che temono che presto elimineranno tutti gli altri giochi e avranno l’intero campo per sé.
MA DEVO DIRE CHE NON HO QUESTE PAURE.
Non credo neanche un po’ che i giochi di tavoliere siano in pericolo, certamente non i migliori. Ma il mio atteggiamento ha poco a che fare con la qualità.
SEMPLICEMENTE CREDO CHE FINO A QUANDO CI SARANNO TAVOLI E GENTE A CUI PIACE LA CONVIVIALITA’ DEL SEDERVISI ATTORNO, CI SARANNO GIOCHI DA GIOCARE SU QUEI TAVOLI”.
 

Alex Randolph

(1922-2004)


In quel di Firenze correva l’anno 1999 quando Alex Randolph pronunciò questa frase al termine della conferenza di apertura della settimana di studio promossa dal BOARD GAMES STUDIES.

Il testo completo lo si può fortunatamente trovare in giro per internet (per esempio qui) e personalmente ne consiglio caldamente la lettura; io l’ho letto come ultimo capitolo del libro “I giochi nel cassetto” di Leo Colovini (link più sotto, nella sezione "letture consigliate") e me ne sono innamorato!
L’ho riletto interamente più volte ed ogni volta il rammarico di non aver potuto conoscere un uomo straordinario come il maestro Alex Randolph cresceva sempre più…

Qui sopra ho riportato solo le ultime righe del discorso, quelle che mi hanno colpito maggiormente, soprattutto per la rassicurante serenità con la quale il maestro si dichiara sicuro che i giochi da tavolo non soccomberanno mai di fronte ai videogiochi… e la motivazione è incredibilmente semplice e sotto gli occhi di tutti: “fino a quando ci saranno tavoli e gente a cui piace la convivialità del sedervisi attorno, ci saranno giochi da giocare su quei tavoli”.

Ah, semplicemente meravigliosa!

Ed assolutamente veritiera, come lo è anche questa altra frase in cui descrive i giochi come: piccoli ordinati sistemi autonomi, apparentemente autosufficienti, in cui possiamo entrare o no, a nostro piacere, che non hanno il minimo scopo di utilità, ma hanno il potere, di quando in quando, di staccarci e di assorbirci forse più di qualsiasi altra cosa nella nostra vita”.

Eh già, qualcuno potrebbe obiettare che “ci sono, naturalmente, altre circostanze nella vita nelle quali proviamo momenti molto simili di estrema concentrazione e distacco da ciò che ci circonda. Quando, ad esempio, sentiamo un’improvvisa necessità di mettere qualcosa per iscritto, prima che abbia perso la sua freschezza, o ci sentiamo sul punto di risolvere un problema, o semplicemente quando siamo profondamente assorbiti nella lettura. Ma queste sono esperienze che viviamo da soli. Nei giochi da tavolo possiamo condividerle con gli altri”.
 
E questa è una differenza sostanziale direi!
 

Personalmente non sono contrario ai videogiochi, neppure li vedo come un “nemico” dei giochi in scatola, a mio parere anzi questi ultimi ed i giochi da tavolo possono tranquillamente coesistere, in fin dei conti il loro fine è comune, ossia far giocare le persone…
… ma resta il fatto che un gioco da tavolo lo preferirò sempre e comunque, proprio perché mi riconosco nella definizione di “tipo conviviale” e l’emozione che mi da il sedermi al tavolo gustandomi un esperienza di gioco con persone vere, che posso vedere, sentire e  toccare, spostando cubetti e pedine, lanciando dadi, respirando l’odore del cartoncino e del legno, sono sicuro, una consolle non me la potrà mai dare! ;)

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