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venerdì 26 febbraio 2016

E NO, LA PLAY NON SI TOCCA!


Essen 2015?
Saltata. Troppe spese, aspettiamo il piccolo.
Lucca 2015?
Saltata. Troppo in là, e poi aspettiamo il piccolo.
IdeaG 2016?
Dai, è a due passi…
Saltata, proprio in quel week end è nato il piccolo.
Play Modena 2016?
Si farà!
Non ci sono cazzi.
Anche quest’anno solo in giornata (sabato per la precisione), ancora una volta toccata e fuga, ma va bene così, ci saremo!
Troppi amici da incontrare, troppi giochi da provare, troppe tigelle da mangiare.
Non si può rinunciare alla Play Modena.
In Italia non esiste nulla di paragonabile a questo evento, l’anno scorso oltre 30000 persone si sono intrattenute tra i padiglioni di Modena Fiere, un grandissimo successo di pubblico che sicuramente, ne sono convinto, quest’anno troverà conferme sia nei numeri che nella qualità dei servizi messi a disposizione dei visitatori. 


Come sempre tante saranno le novità, editoriali e non solo.
Quest’anno, tanto per dirne una, prendendo spunto dal famoso discorso fatto settant’anni fa (5 marzo 1946) da Winston Churchill riguardo la “cortina di ferro” che stava calando sull’Europa, l’edizione 2016 di Play coglierà l’occasione per proporre una serie di eventi ludici dedicati al grande tema “Muri, frontiere, migrazioni”.
Ai visitatori saranno in particolare proposti due giochi di grande successo internazionale legati all'anniversario della Guerra Fredda: Wir sind das Volk!, dedicato alle due Germanie fino alla caduta del Muro di Berlino e Twilight Struggle, un classicissimo caratterizzato da un’accurata ricostruzione storica, nel quale i due giocatori rivestono i panni delle superpotenze Usa e Urss durante la Guerra Fredda.
Sia Richard Shako, ideatore di Wir sind das Volk!, che prende il titolo dallo slogan usato durante le manifestazioni del 1989 e 1990 che portarono alla caduta del regime della DDR, che Jason Matthews, autore di Twilight Struggle, saranno ospiti d'onore della 8^ edizione di Play - Festival del Gioco! 

Wir sind das Volk e Twilight Struggle
E come già accaduto lo scorso anno per l’anniversario della Resistenza e della Liberazione, a Play 2016 uno spazio sempre più importante avranno i giochi dedicati a eventi storici di particolare rilievo. A loro sarà interamente dedicata una nuova tensostruttura di 450 metri quadri con oltre 40 tavoli di gioco.
Che ne dite, mica male eh?! :)
E questo non è che un piccolo assaggio di ciò che troverete a Play!
Oltre 1500 tavoli destinati al gioco (che non sono per nulla pochi, sebbene ai gamers sembra non bastino mai! ;) ) con un programma adatto a tutti, per età e per gusti (qui il programma completo: www.play-modena.it/).
Novanta associazioni ludiche italiane coinvolte, circa un centinaio gli espositori del settore che presenteranno una cinquantina di novità editoriali.
Che numeri ragazzi!
Quindi, come recita il motto di Play, “entra, scegli e gioca”!
Io incomincio a fare il conto alla rovescia, ci si vede a Modena!

- 36 :)


Max_T



(QUI) opinioni a 8 mani sull’edizione 2015.

venerdì 19 febbraio 2016

KEYFLOWER, O L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ASTA

A volte capita essere folgorati da un titolo, magari si leggono alcuni commenti entusiastici oppure in una serata in ludoteca si intravede sul tavolo un gioco che cattura l’occhio.
Il passo successivo è passare il tempo libero a informarsi e cercare nei vari blog e siti le varie informazioni e leggere le regole e le recensioni, fino a premere il fatidico “acquista” in uno dei fidati negozi online mettendo finalmente a tacere la “scimmia” come dicono gli amici goblin in uno dei topic più seguiti della tana (http://www.goblins.net/phpBB3/viewtopic.php?f=13&t=75416).


Keyflower è uno di questi e le successive prove su strada non hanno fatto che confermare quanto il gioco meritasse.


In estrema sintesi il titolo si sviluppa durante l’arco delle 4 stagioni, con l’uscita di alcune tessere su cui si andrà a puntare i propri lavoratori con un meccanismo d’asta.

Gli stessi lavoratori potranno essere altresì usati per attivare le tessere acquisite e poste nel proprio villaggio o in quello dei nostri vicini (producendo risorse, trasportando le stesse o migliorando le tessere quando possibile) con la controindicazione che al termine del turno i keyples in visita agli altri villaggi andranno al proprietario dello stesso (l’erba del vicino…) mentre quelli usati per vincere l’asta saranno persi.

In soccorso al nostro piano di sviluppo urbanistico ci saranno le navi, cariche di lavoratori e utensili pronti per essere allegramente sfruttati durante i turni seguenti.
Vi sono quattro etnie (colori) di omini e su ogni tessera potrà essere usato solo un colore, quindi il tempismo e la dotazione della propria scorta avranno un ruolo fondamentale per l’economia del gioco.

Durante l’ultima stagione invernale usciranno solamente le tessere che determinano il calcolo dei punti vittoria, scelte da ogni giocatore tra quelle inizialmente date a ognuno, con il rischio quindi di vedersi soffiare quelle su cui si era impostata la strategia.
Si capisce quindi come sia un titolo in grado di esprimere il suo potenziale solo dopo un paio di partite ma che una volta “capito” possa regalare davvero molte partite sempre diverse.

Oltre al riuscito mix di meccaniche diverse come piazzamento lavoratori / asta / piazzamento tessere e gestione risorse, il gioco si fa apprezzare anche per il numero di giocatori; non è facile trovare titoli che funzionino ugualmente bene da 2 a 6.
Da quando è uscito è rimasto stabile nelle prime 50 posizioni di BGG e non è raro trovarlo nelle liste dei giochi suggeriti anche in virtù della grande rigiocabilità dato dalle numerose tessere disponibile nonché da un paio di espansioni che migliorano sia il gioco a due o il fatto che nelle partite a 6 vengano usate tutte le tessere del base.

Rimane costante nella mia personale classifica dei titoli migliori e recentemente con alcuni amici abbiamo pensato di dedicarci a approfondire alcuni titoli, nella lista dei 10x10 giochi Keyflower non poteva mancare.

Intervista a Richard Breese

Essen Spiel Fair is magical for a boardgame enthusiast, you can test and see all the new titles and find some incredible bargain as well as meet our favourite authors.
Together with Ludoteca Galliatese player’s group we usually spend the evening in the game room in one of the hotel nearby the city drinking good beer and chatting with other fellow gamers from all over the world.

La fiera di Essen è un posto “magico” per un malat appassionato di boardgame, puoi provare tutte le nuove uscite e trovare alcune incredibili occasioni così come incontrare dal vivo i tuoi autori preferiti.
Insieme con gli altri giocatori della Ludoteca Galliatese andiamo spesso la sera in un Hotel che mette a disposizione una sala dove poter fare gli unboxing degli acquisti, provare i nuovi titoli e scambiare due parole con i giocatori provenienti da tutto il mondo.

Last year I had the pleasure to sit down and enjoy one game of Die Staufer with a couple of nice guys from UK, just to discover at the end that one of them was Richard Breese, author of the highly acclaimed Keyflower.

Un paio di anni fa ho avuto il piacere di sedermi e provare una partita di Die Staufer con una coppia di inglesi, salvo poi scoprire alla fine che uno di loro era Richard Breese, l’autore del famoso Keyflower.

I took the opportunity to get a quick interview, also because if I skip that possibility our boss Max will probably send me to clean the gaming room for the next 5 years…

Ho logicamente colto al volo l’opportunità di scambiare con lui le mail per fare avere a Max una sua intervista, anche perché mi fossi fatto sfuggire questa opportunità mi avrebbe condannato probabilmente alla pulizia latrine della ludoteca per i prossimi 5 anni…

And here we are with some quick questions:

. Can you give us a quick history of your gaming company and some additional information on the Key-series of games?

Buongiorno Richard, puoi raccontarci brevemente la storia della tua casa editrice e qualche informazione sulla serie Key?

Hello Lorenzo, thank you for your interest in R&D Games.  R&D started in 1989 with the publication of Chamelequin.  This was an abstract game with an interesting movement system that had been simplified down from my D&D experiences.  I promoted the game at the UK games trade fair where I met Ian Livingstone, founder of Games Workshop, who suggested I go to Essen, which I had not previously heard of. 

Ciao Lorenzo, grazie per il tuo interesse verso la R&D Games. Abbiamo iniziato nel 1989 con la pubblicazione di Chamelequin. Era un astratto con un interessante sistema di movimento che era stato semplificato a partire dalle mie esperienze di D&D (Dungeons & Dragons).
Durante la promozione alla UK Games Fair ho incontrato Ian Livingston, fondatore della Games Workshop, che mi suggerì di partecipare alla fiera di Essen, di cui non avevo mai sentito parlare.

So I went to my first Spiel in 1991 and have been back each year since, sometimes as a gamer, but now usually with a stand.  Having discovered German games I then decided to try to create my own.  The first was Keywood, which was names after an American gamer Keywood Cheves, who I met at the Hans im Glück stand – coincidentally publishers of Die Staufer. 

Quindi andai alla mia prima Spiel nel 1991 e da quel momento sono tornato ogni anno, a volte come giocatore ma ultimamente col mio stand. Avendo scoperto i giochi german decisi di crearne uno. Il primo fu Keywood, dal nome di un giocatore americano, Keywood Cheves, che incontrai allo stand della Hans im Glück – per coincidenza la casa editrice di Die Staufer.

The next game in the series was Keydom, which is widely regarded as the first worker placement game, which was subsequently reissued by Hans im Glück as Morgenland. 

Il seguente titolo della serie fu Keydom, che è considerato da molti il primo gioco con il piazzamento lavoratori, ripubblicato successivamente dalla HiG come Morgenland / Aladdin’s Dragons. 

All the Key games have similar qualities such as indirect player interaction, positive actions and a scale involving pieces representing workers (more recently called ‘keyples’) and, until 2016 (see below), set in the medieval landscape of the Keydom.

Tutti I titoli della serie Key presentano caratteristiche simili come l’interazione indiretta tra giocatori, azioni positive e un livello di scala dei meeples che rappresentano i lavoratori (recentemente chiamati “keyples”) e fino al 2016 (vedi sotto) appartenenti alla stessa ambientazione medievaleggiante di Keydom.

. What do you like most about game designing? 


Cosa ti piace di più nell’ideare e creare i giochi?

There are several aspects.  The designing and playtesting with my play testers, which feels creative and rewarding.  The actual production.  I do the graphics myself and until this year, used my sister Juliet’s illustrations.  Then finally it’s fun to be at Spiel, to meet gamers and to demonstrate the new games.

Vi sono diversi aspetti. L’ideare e il provare con i miei play testers, che è sempre un processo creativo e gratificante. La vera e propria produzione. Creo personalmente l’aspetto grafico e fino a quest’anno ho utilizzato le illustrazioni di mia sorella Juliet.
Per ultimo è sempre divertente andare a Essen, incontrare i vari giocatori e provare i nuovi giochi.

. Give us your definition of game design.

Dacci la tua definizione di “game design”

I think of it as the creation of a multi-layer puzzle, where the person who solves the puzzle best will usually win.  In the case of most of the R&D games, it’s also the creation of a game world, each of which has its own rules and opportunities.

Lo vedo come la creazione di un puzzle a più strati, nel quale le persone che lo risolvono meglio generalmente vincono.
Per quanto riguarda molti dei giochi R&D, è anche la creazione del mondo del gioco stesso, ciascuno con le sue regole ed opportunità.

. What do you consider as your strength and weakness in the designing process?

Quali consideri i tuoi punti di forza e di debolezza nel processo di ideazione?

I think my strengths come through the experience of learning what ‘works’ and what I like in games.  I learned from seeing how Bernd Brunnhofer tackled the redesign of Keydom and like the HiG type of games.  Interesting mechanics and decisions, player interaction and a small amount of luck, for example through a card or tile draw.  If there’s a weakness it probably lies in the rule books.  I always like to cover every eventuality, so sometimes that become slightly wordy.  Probably to do with my financial background.

Credo che i miei punti di forza derivino dall’esperienza di imparare cosa “funzioni” e cosa mi piace nei giochi. Ho imparato vedendo come Bernd Brunnhofer* ha lavorato nel redesign di Keydom e come in generale viene seguito il processo nei titoli HiG. Meccaniche e decisioni interessanti, l’interazione tra i giocatori e una piccola dose di fortuna ad esempio dalla pesca di una carta o il piazzamento di una tessera.
Tendo sempre a coprire tutte le possibili eventualità, il che a volte mi rende leggermente prolisso. Probabilmente ha a che fare col mio background lavorativo in economia e finanza.

*autore di titoli Stone Age e Saint Petersburg, nonché Carcassonne come editore per la Hans im Glück.

. You have created several games, which one(s) are you most fond of?

Hai creato molti giochi, a quale sei più affezionato?

Your games are like your children, it is not something where you like to express a favourite.  Obviously it is nice to create successful games and Keythedral, Reef Encounter and Keyflower all reached the BGG top 100 when they were released, which was pleasing.

I giochi sono come I tuoi bambini, non puoi dire quale di loro sia il tuo favorito.
Ovviamente è sempre bello creare dei titoli di successo e Keythedral, Reef Encounter e Keyflower hanno tutti raggiunto la top 100 di BGG quando sono stati pubblicato, il che ovviamente mi fa piacere.


. Keyflower is probably your most successful game released, it is steadily increasing its reputation in the boardgaming community and is sitting today in position n° 30 in the BGG top list; did you expect such high praise and what are the “key” elements of its success in your opinion?

Keyflower è probabilmente il gioco pubblicato che ha avuto pià successo, sta costantemente guadagnando consensi tra gli appassionati e attualmente si trova al 25° posto su BGG. Ti aspettavi un tale riscontro e quali sono secondo te gli elementi chiave del suo successo?

Keyflower was a join design with Sebastian Bleasdale.  We enjoyed working together and played Keyflower a lot together.  I was pleased with the design and it remains one of my favourite games.  I was always optimistic it could get into the BGG top 50 and think it has the legs to stay there for quite a while.  Simply because no two games are the same, each game and opponent gives you a different challenge, but above all its fun to play.

Keyflower è stato un desing sviluppato in tandem con Sebastian Bleasdale. Ci siamo divertiti a lavorare insieme e lo abbiamo giocato davvero tanto insieme. Sono rimasto soddisfatto del design e sicuramente è uno dei miei preferiti. Sono sempre stato ottimistico sul fatto che potesse entrare nella top 50 di BGG e credo abbia le potenzialità per rimanerci a lungo. Il motivo è semplicemente che non ci sono mai due partite uguali, ogni sessione e giocatori al tavolo ti regalano nuove sfide e sopra ogni cosa è davvero divertente da giocare.

. During Essen 2014 you presented the latest expansion of the Keyflower series (the Merchants), are you planning some other expansion or you still have some ideas to expand the game?

Durante Essen 2014 hai presentato l’ultima espansione della serie Keylfower (The Merchants), stai pensando a qualche nuova idea per ulteriori espansioni?

In 2016 there will be a mini expansion called Keymelequin.  The name partly derives from my very first game (see above).  In Keymelequin two new characters, Paulo and Sven arrive in the boats.  Sven, who is a translator, coordinator and peacemaker between the blue and yellow keyples, disembarks at the end of spring.  Paulo, who has similar abilities, but between the red and green keyples, arrives at the end of the summer season.  Paulo and Sven will facilitate team work and co-operation between their respective factions, often with powerful and interesting results.

Nel 2016 uscirà una nuova mini espansione chiamata Keymelequin. Il nome deriva parzialmente dal mio primo gioco. In Keymelquin due nuovi personaggi, Paulo e Sven arriveranno con le navi. Sven, che è un traduttore, coordinatore e conciliatore tra i keyples blu e gialli, sbarcherà alla fine della stagione primaverile. Paulo, che ha caratteristiche simili ma tra i rossi e verdi, arriverà alla fine dell’estate. Paulo e Sven facilitano il lavoro di squadra e la cooperazione tra le rispettive fazioni, spesso con risultati notevoli ed interessanti.


Also in 2016 there will hopefully be a new Key game called Key to the City – London.  It is similar to Keyflower, maybe a little more streamlined.  But unlike the previous Key games it is set in London, not the medieval world, with each tile representing a different London landmark.

Sempre nel 2016 mi auguro uscirà un nuovo titolo della serie Key chiamato “Key to the City – London”. Sarà simile a Keyflower ma più snello e veloce. A differenza degli altri titoli della serie sarà ambientato a Londra e non in un mondo medioevale, con le varie tessere a rappresentare i diversi luoghi storici.

. Many people are talking about a boardgaming renaissance, new companies are growing every day, new shops and cafè are also getting good success but also the number of game released every year is increasing hugely. What do you think about it?

Molte persone parlano apertamente di una riscoperta dei boardgame, nuove aziende stanno nascendo ogni giorno così come negozi e boardgame cafè stanno ottenendo un buon successo ma allo stesso tempo il numero di giochi pubblicati ogni anno sta aumentando incredibilmente. Cosa ne pensi al riguardo?

I agree that the gaming world seems to be expanding.  I think this is a great thing as you and I both know how much fun there is to be had from playing games.  The barriers to entry for publishing new games is low, especially with Kickstarter, so there is a danger that the quality of new games suffers from the lack of rigor that goes into the development process in the more established companies.  But the BGG is a great way for good games to become visible and also for designers and publishers to get direct and unbiased feedback.

Concordo che il mondo dei giochi sia in espansione. Credo sia una bella cosa visto che entrambi sappiamo bene quanto divertimento si possa avere giocando insieme. La barriera per pubblicare un nuovo gioco si è abbassata molto, specialmente con Kickstarter ma vi è un concreto pericolo che la qualità dei nuovi giochi possa soffrire la mancanza di rigore che serve nel processo di sviluppo che solitamente si ha lavorando con compagnie con molta esperienza.
Siti come BGG sono comunque un gran modo per i giochi meritevoli di avere visibilità ed anche per gli autori e editori di ottenere opinioni e commenti equi e imparziali.

. A curiosity: which are your favourite games? Do you have any preferred mechanic or favourite authors?

Una curiosità, a quali giochi ti piace giocare? Hai qualche autore o meccanica preferita?

I have always enjoyed worker placement games, which is one of the reasons I design them.  Inhabit the Earth, Keyflower, Keythedral and Reef Encounter are still favourites and get played regularly.  My group are big Race and Roll for the Galaxy fans and I do enjoy many of Stefan Feld’s games.  But generally I am part of the ‘Cult of the New’ as I like to see what games other companies and designers are publishing. 

Ho sempre apprezzato i giochi di piazzamento lavoratori, il che è uno dei motivi per cui lavoro su questi. Inhabit the Earth, Keyflower, Keythedral e Reef Encounter sono sempre tra i preferiti e vengono giocati regolarmente.
Il mio gruppo di gioco è un grande fan di Race e Roll for the Galaxy e personalmente mi diverto con molti dei titoli di Stefan Feld. Ma generalmente appartengo al “Cult of the New” dato che seguo sempre quale giochi e componenti le altre aziende stanno producendo.

. Future plans and dreams?

Progetti futuri e sogni nel cassetto?

Games wise, I hope to have the ideas and energy to keep publishing a new games each year which gamers enjoy.
It is always good to game, so if the opportunity arises please do say hello again and we can roll some dice again.

Dal punto di visto dei giochi mi auguro di avere le idee ed energie per continuare a pubblicare nuovi giochi che gli appassionati possano apprezzare
E’ sempre bello quando si riesce a giocare, quindi se dovesse esserci l’opportunità non esitare a fermarti per salutare e lanciare qualche dado insieme.

Best wishes,

Richard


Thanks again for your time and I hope we can have another beer together next Essen

Lorenzo 



Nota: da oggi è disponibile on line Keyflower anche su BoardGameArena ;)

giovedì 11 febbraio 2016

DIECI BOARD GAMES CHE NON MI STANCHEREI MAI DI GIOCARE

Ne parlavamo giusto qualche mercoledì fa in Ludoteca, qualcuno chiedeva quale fosse il mio gioco preferito e qualcun altro rispondeva Lancaster.
Vero, Lancaster è sicuramente UNO DEI miei giochi preferiti, ma non IL MIO PREFERITO in assoluto, lo è stato per parecchio tempo, questo sì, ma tra alti e bassi ce n’è sempre stato qualcuno che ne ha insidiato il primato.
Io ho sempre avuto difficoltà a stilare classifiche di merito, non solo nei giochi ma anche nei film per esempio. Io non ho un film preferito, ne ho almeno dieci o quindici, così come non ho un gruppo musicale o una canzone preferita, ne ho decine e decine…
Ebbene, oggi ho deciso di provare a mettere ordine nelle mie idee in fatto di giochi, nello specifico proverò a raccontarvi la mia personale Top Ten del momento. Non c’è una distinzione tra meccaniche o generi, sono solo i primi dieci titoli che per un motivo o per l’altro non mi stancano mai, anzi, esercitano su di me un fascino quasi irresistibile, un po’ come quando su Rete4 mandano in onda Terminator e tu non puoi fare a meno di rivederlo per la centoventerrima volta.
A parte poche eccezioni sono un amante dei middle weight, ormai lo sapete; un gioco mi soddisfa se dura massimo 2 ore / 2 ore e mezza, il tempo giusto per non uscire cappottato dopo una partita ed avanzare ancora le energie per concludere la serata con un fillerino.
Poi un titolo può anche avere una durata maggiore delle 2 ore e mezza eh, basta che non sia un brain burner insomma, e infatti nella mia classifica vedrete che ce ne sono un paio con queste caratteristiche.
Ma bando alle ciance e vediamo un po’ se i miei gusti incontrano anche i vostri :)

Come in ogni classifica che si rispetti partiamo dall’ultima posizione:

#10: Dune
Un classico datato addirittura fine anni settanta (1979 per la precisione). Un gioco che fa dell’ambientazione uno dei suoi punti di forza. Dune è un board game per 2/6 giocatori (assolutamente da giocare in 6!) basato sui romanzi di Frank Herbert nel quale i giocatori prendono le parti di una delle sei fazioni in lotta per il controllo del pianeta. Bluff, alleanze, tradimenti, negoziazione e combattimenti spietati terranno incollati al tavolo i giocatori per almeno tre ore di partita. Per quanto riguarda la durata Dune rappresenta una delle eccezioni di cui accennavo sopra, ma ne vale assolutamente la pena, giocato col gruppo giusto (noi addirittura organizziamo annualmente una sessione estiva di Dune sempre con gli stessi giocatori, per favorire l’immedesimazione!) regala emozioni mica da ridere.


Tutti sapete del mio debole per i giochi di Leo Colovini, forse l’autore italiano che meglio rappresenta il mio concetto di perfezione per quanto riguarda il game design, che come spiegavo in un articolo di qualche settimana fa incentrato su Cartagena si riassume in: grande profondità in poche regole.
A mio modo di vedere con Carolus Magnus, un gioco per 2/4 giocatori del 2000, questo concetto trova compimento. Questo è un titolo che dà il meglio di sé giocato in due, con l’aumentare del numero dei giocatori aumenta infatti anche l’imprevedibilità e diventa più complicato pianificare le proprie mosse, ma forse è questo il bello di Carolus Magnus, nato con l’utilizzo dei dadi per ripristinare i propri cubetti al fine di renderlo meno complicato e più godibile ad un vasto pubblico (infatti non a caso è stato finalista dello SdJ nell’anno della vittoria di Torres) ma proprio per questo criticato dai “germanofili” detrattori dell’alea.


#8: Samurai
Eleganza e semplicità sono le caratteristiche principali di questo capolavoro di Reiner Knizia datato 1998 (io ho quell’edizione!). Un titolo per 2/4 giocatori molto strategico ma che trovo assolutamente adatto anche come entry level, proprio in virtù delle regole semplici e della durata contenuta (non si supera mai l’ora di gioco). Samurai ha una mappa componibile che garantisce un’ottima scalabilità e delle condizioni di vittoria molto particolari che favoriscono il più bravo a raccogliere in maniera uniforme tutti e tre i tipi di risorse, ma la componente che più mi attrae sono le splendide miniature in plexiglass nero che rappresentano le risorse da collezionare.
Un must have!


#7: Imperial
Altro titolo che può superare tranquillamente la soglia delle 3 ore di gioco, ma anche in questo caso non ci troviamo di fronte ad un brain burner. In questo gioco economico in cui la componente  militare non è così preponderante come può sembrare a prima vista, per raggiungere la vittoria bisogna essere bravi a barcamenarsi tra le sei azioni possibili dislocate sapientemente sulla famosa “rotella” ideata da Mac Gerdts.
Chi lo vede apparecchiato per la prima volta solitamente proferisce la classica frase “ma questo è come RisiKo!?” e puntualmente viene ricoperto di insulti dai giocatori al tavolo :D
No, Imperial non è simile a RisiKo!, primo perché non ci sono dadi da lanciare per combattere, secondo perchè non ci si deve assolutamente affezionare alla nazione di partenza, bensì spremerla per guadagnarci il più possibile e poi cercare di procurarsene un’altra per fare altrettanto! Cinismo e opportunismo faranno di voi un ottimo giocatore di Imperial! ;)
PS: il consiglio è di giocarlo in 6, così che tutte le nazioni possano essere assegnate ai giocatori.


#6: El Grande
Il top per quanto riguarda i giochi di maggioranze. Io sono un amante di questa categoria ma per ambientazione e fascino non ho mai provato nulla che potesse superare questo capolavoro di Kramer datato 1995. Il titolo scala bene fino a 3 ma giocarlo in 5 è la morte sua!
Non aggiungo altro.
Come per Samurai, un must have!


Ebbene sì, un Ameritrash, un wargame light semplice nelle meccaniche e veloce da giocare (una partita la imbastisci e la termini in 45/60 minuti a seconda dello scenario).
Questo titolo del 2004 di Richard Borg grazie al command & colors system (che evita calcoli complicati o tabelle di modificatori per gli scontri, riducendo tutto semplicemente al giocare carte per fare azioni nei vari settori del campo di battaglia) è sicuramente uno dei più apprezzati e diffusi wargames di sempre. Io l’ho scoperto recentemente e me ne sono innamorato, forse perché sono cresciuto giocando con i soldatini di plastica, o forse perché in realtà dentro di me si nasconde un animo Ameritrah…
Ovviamente è un titolo da 2 giocatori, ma le regole permettono di giocarlo fino a 6 e ha anche una variante per essere giocato ed apprezzato anche da parte di ragazzini dai 7 anni in su… insomma, non un must have ma quasi :)


#4:
Bruno Cathala e Serge Laget hanno scelto le leggende di Re Artù come scenario per questo collaborativo del 2005. In questa categoria è decisamente il titolo che preferisco.
Ambientazione sentita e a me congeniale (medieval theme fan!) è un titolo veramente tosto ed avvincente. Ci sono tanti elementi che me lo fanno piacere, come la possibile presenza del traditore, la moltitudine di miniature, il meccanismo che autobilancia la difficoltà del gioco in base al numero di giocatori (addirittura in Shadows chiunque si può aggiungere a gioco in corso senza creare nessun problema), il fatto che sia fruibile da 3 a 7 giocatori e, forse il motivo più importante di tutti, il fatto che sia stato il primo ed unico gioco di un certo livello regalatomi da mia moglie!
Scusate se è poco.


#3:
E siamo sul podio. Sul gradino più basso trova posto Mythotopia, un capolavoro incompreso di Martin Wallace del 2014.
Mythotopia è un ottimo deck building con tabellone, l’autore stesso ammette che per realizzare questo gioco si è ispirato a Dominion (così come aveva fatto con un suo titolo precedente, A Few Acre of Snow, per 2 giocatori). In questo gioco ad ogni turno potete effettuare due azioni scelte tra una miriade di possibilità, ad esempio si può arricchire il proprio mazzo acquistando carte miglioria, si possono conquistare territori che forniscono materie prime o truppe, si possono costruire città, castelli, strade… davvero tante le combinazioni possibili, così come tante sono le condizioni variabili di fine partita. Queste consistono in sette carte recanti Punti Vittoria, tre delle quali sono prefissate, le restanti estratte a caso. Quando si assolve la condizione richiesta da una carta si raccoglie un segnalino guadagnando così Punti Vittoria. Quando si esauriscono i segnalini su quattro di queste carte il gioco volge al termine, infatti il giocatore che si trova in testa può scegliere l’azione “End the Game”. Ed è proprio su questa azione, croce e delizia di Mythotopia, che si concentrano le critiche ricevute da Wallace, accusato di non aver dato una vera e chiara fine al gioco.
Tante sono le house rules reperibili in rete per ovviare a questo “problema”, nel nostro gruppo abbiamo inserito semplicemente un d4: quando la quarta carta esaurisce i PV si giocano ancora un numero di turni pari al risultato del lancio del dado, se nessuno dichiara l’End the Game entro questo lasso di tempo il gioco termina comunque e chi ha totalizzato più punti è il vincitore.
End the Game a parte considero Mythotopia un gioco davvero valido, con grandi potenzialità e, a mio modesto parere, ingiustamente sottovalutato; me ne sono innamorato giocandolo con la lussuosa limited edition impreziosita dai segnalini in legno e lo sto tutt’ora apprezzando nella versione standard che ho recentemente acquistato.
Bravo Wallace, per me è sì! ;)


#2: Lancaster
Piazza d’onore per il gioco che risiede stabilmente nella mia “top two” dal momento della sua uscita nel 2011.
In Lancaster i giocatori rappresentano famiglie aristocratiche inglesi che competono fra loro per essere i migliori supporters del giovane Re Ernico V, per fare ciò piazzano i loro cavalieri nelle principali città d’Inghilterra (raccogliendo favori e consiglieri utili per avere influenza in parlamento), nei propri castelli (ottenendo nuovi cavalieri e risorse) o li schierano nelle guerre contro la Francia (guadagnando bonus e PV).
Le caratteristiche per stare qui, in perenne bilico tra la posizione numero uno e la numero due le ha tutte, dall’ambientazione medievale, al piazzamento lavoratori per ottenere privilegi, dalla votazione delle leggi (grande idea!), alla ricchezza del contenuto della scatola e dei materiali che lo compongono, fino ad arrivare alla durata contenuta che non sfora le canoniche 2 ore… insomma Matthias Cramer ha realizzato un gioco davvero soddisfacente, corposo e teso fino all’ultima mossa, che spesso si rivela essere quella decisiva.
Lancaster è un titolo pensato per 2 / 5 giocatori ma consiglio di giocarlo assolutamente in 5, modalità nella quale gli spazi d’azione sono ridotti e si è costretti a pestarsi i piedi alla grande.
Considero Lancaster un po’ come il mio gioco di fiducia, quello che non ti tradisce mai e piace a tutti… gli altri titoli vanno e vengono, lui resta. Sempre.


In cima a tutti ecco il titolo che non ti aspetti.
Eppure ultimamente è il gioco che più mi piace giocare, c’è sempre un posto per lui nella borsa dei giochi da portare in Ludoteca.
Florenza TCG ha sempre esercitato un grande fascino su di me, già a cominciare dalla scatola. Non sto scherzando, mi piace anche solo guardarlo nello scaffale della libreria.
Sarà che questo titolo l’ho visto nascere, sono stato tra i primi a playtestarlo alla Ludoteca Galliatese e l’ho giocato molte volte, in due, quattro e sei giocatori e non mi ha mai deluso anche se non ho mai vinto una partita (le ultime due le ho perse entrambe per UN solo misero punto, dannaz!), ma non mi è mai importato vincere o perdere a questo gioco, in Florenza per me l’importante è l’esperienza di gioco, il viaggio fantastico nella Firenze rinascimentale vissuto attraverso le oltre 400 carte splendidamente illustrate, con artisti, predicatori e capitani di ventura realmente esistiti, così come i monumenti che si è chiamati a completare… un german card game affascinante e coinvolgente i cui 5 turni volano letteralmente via e le pur numerose azioni a disposizione sembrano non bastare mai.
Non avrei mai pensato che dopo aver partorito un board game del calibro di Florenza, Placentia Games e Post Scriptum avrebbero potuto realizzare anche un card game di questo livello!
Io li posseggo entrambi e li adoro entrambi ma il gioco di carte lo preferisco perché, a differenza del fratello maggiore che per essere giocato richiede molto più tempo, impegno e concentrazione, è decisamente più veloce e fruibile a livello di regole.
Un’altra cosa che mi piace particolarmente è che si può giocare in modo fruttuoso anche tenendo un profilo basso, realizzando cioè pochi punti per volta, a me soddisfa molto di più ottenere punticini su punticini ogni turno piuttosto che accumulare risorse per calare pochi pezzi da novanta.
Poi con l’espansione War & Religion che permette di giocarlo fino a sei, beh, non c’è storia, il primato se lo merita tutto! :D


Bene, direi che per oggi è tutto, ancora una volta ho messo in evidenza i miei gusti di appassionato che bada più alla soddisfazione che alla vittoria. Un gioco deve innanzitutto appagare tutti i miei sensi, dalla vista al tatto e perfino all’olfatto. Ecco perché sono affascinato dai colori e dalla scatola di Mythotopia (così come da quella di Florenza), piuttosto che dalle pedine di Samurai o dalle  miniature di Shadows e Memoir.
Ora non resta che vedere quanto durerà questa Top Ten, ci sono parecchi giochi che bussano alla porta per essere inseriti, ma al momento non hanno un appeal tale da renderli irresistibili ai miei occhi… I viaggi di Marco Polo, Signorie, Zena 1814… chissà chi riuscirà ad affascinarmi tanto da farmi cambiare idea. Voi su chi scommettereste?



Max_T  

venerdì 5 febbraio 2016

PERCHE' MI PIACE... BRICK PARTY (18)


Nessuna recensione, niente meccaniche, niente voti, semplicemente prendo un gioco della mia collezione e vi spiego perché mi piace giocarlo!
Se la mia opinione sarà utile a qualcuno non lo so (ovviamente spero di si!) ma mi piace l’idea di raccontarvi il perché ed il percome un dato titolo mi affascina, senza giudicarlo o valutarlo, ma facendone emergere solo i lati, a mio parere, positivi.

Quindi buona lettura e… spazio ai commenti! J



BRICK PARTY (2015)

di LUCA BELLINI
2-9 giocatori
20-30 minuti
cooperativo, gestione della mano, party game, gioco di destrezza.






Mi piace perché:

> Perché utilizzare i mattoncini "simil-Lego" in un gioco da tavola è un’idea semplice e allo stesso tempo geniale. Se apri la confezione di Brick Party e rovesci i mattoncini sul tavolo, chi è seduto con te non può fare a meno di mettersi a giocare con loro ed unirli per formare qualsiasi tipo di forma gli venga in mente. E’ irresistibile e giochicchiando distrattamente tra una chiacchiera e l’altra in un attimo ci si trova immersi nel gioco vero e proprio!

> Mi piace vedere i giocatori scervellarsi per descrivere al proprio compagno i pezzi da utilizzare per comporre la figura che vedono sulla carta che hanno in mano. Sì, perché in Brick Party è questo che dovete fare: essere la prima coppia a realizzare la figura (disegnata in silhouette) illustrata sulla propria carta FORMA.

> Brick Party ha regole assolutamente semplici, la spiegazione ed il set up durano neanche 5 minuti a fronte di una ventina di minuti (o qualcosa in più dipende dal numero di giocatori) di divertimento sfrenato!
Si decide chi sarà il primo giocatore che verrà denominato Leader.
Si suddividono le carte FORMA in 4 mazzi a seconda del loro valore che varia da 5 a 8 (e che rappresenta sia i punti vittoria per chi la realizza che il numero minimo di pezzi da cui la figura è composta), una volta piazzati i mattoncini al centro del tavolo si distribuiscono 2 carte FORMA prese da ogni mazzetto ad ogni giocatore.
Si estrae una carta REGOLA che determinerà la regola che tutte le coppie dovranno seguire in questo turno (le regole sono fantastiche: ci si potrà trovare a dover costruire senza utilizzare i pollici, oppure ad occhi chiusi o a dita incrociate…).
Si formano le coppie (si gioca a coppie variabili, ed anche questa è una genialata!).
Si assegnano i ruoli all’interno di ciascuna coppia (ossia chi sarà il MURATORE - colui che costruirà - e chi l’ARCHITETTO - colui che sceglierà la carta FORMA da realizzare e la “spiegherà” al compagno -) e via che si inizia a costruire tutti contemporaneamente! 
Non appena un ARCHITETTO pensa che la costruzione sia completa attiva una clessidra e le altre coppie avranno a questo punto solo 30 secondi per cercare di completare le loro costruzioni. Quando la clessidra si esaurisce ogni ARCHITETTO mostra la carta FORMA ed i MURATORI vi pongono sopra le loro opere per verificare che siano state realizzate in modo corretto. Se lo sono, entrambi i giocatori guadagnano punti, in caso contrario niente punti. Si prosegue poi con un nuovo turno e nuove coppie finchè tutti i giocatori non avranno ricoperto il ruolo di Leader.
E’ facile intuire che chi avrà più punti alla fine sarà il vincitore.

> Brick Party mi piace molto, particolarmente per questa sua caratteristica di favorire l’aggregazione tra i giocatori sfruttando l’idea delle coppie variabili. Ma non solo, lo trovo ottimo anche da giocare nella sua versione “fast”, adatta principalmente ai bambini dai 5 anni in su, in cui ognuno gioca in solitario utilizzando un solo set di mattoncini per completare la carta FORMA estratta nel round.

> In definitiva Luca Bellini ed i ragazzi di Post Scriptum hanno realizzato un gioco davvero avvincente, il degno successore di Fun Farm. Un party game dinamico ed accattivante che sfrutta un componente (i mattoncini) che tutti hanno nel loro background, e che gli permette di essere accolto da chiunque, compresi gli scettici, come una piacevole novità… perché si sa, giocare con i Lego non è un hobby da sfigati come giocare ai board games! ;)

I componenti di Brick Party


Se vi ho incuriosito e volete provare BRICK PARTY vi aspetto ogni mercoledì alla Ludoteca Galliatese, dove potrete trovare anche molti altri titoli interessanti!